PREFAZIONE
L’uomo deve infine destarsi dal suo sogno millenario
per scoprire la sua completa solitudine, la sua assoluta stranezza. Egli ora
sa che, come uno zingaro, si trova ai margini dell’universo in cui deve
vivere. Universo sordo alla sua musica, indifferente alle sue speranze, alle
sue sofferenze, ai suoi crimini. (Jacques Monod, Il caso e la
necessità)
Parole d’un fascino tragico e tremendo. Parole angoscianti
che provocano gelo. Una lettura dell’uomo, della vita, dell’universo che
molti nella storia e nel presente hanno condiviso e condividono. Parole che
fanno da "contraltare" a queste:
Dio è mio padre. Dio è Abbà (un "paparino").
E noi siamo suoi figli.
"Guardate quale amore ci ha donato il Padre: ci
chiama figli di Dio e lo siamo davvero!" (1 Gv 3,1).
Parole che proclamano la più importante rivelazione e
profezia sull’uomo, sul mistero della vita.
Tutta la Bibbia racconta questa "buona notizia":
Dio è mio padre. Dio mi ama e mi guarda, veglia su di me. Io sono suo figlio.
E tutto questo può spalancare ogni speranza, illuminare
anche le "tenebre".
Forse noi cristiani ci portiamo sulle spalle una grande e
grave responsabilità. Quella di aver creduto e poi comunicato un Dio
"sbagliato" :
Il problema non è Dio, ma è in quale Dio credere.
Credere in un Dio sbagliato è il più grande disastro che possa capitare.
(David Maria Turoldo, Anche Dio è infelice)
… l’immagine di un Dio giudice, inquisitore, contabile,
avversario delle gioie umane. E invece:
Non vi è altro Dio così perdutamente appassionato dell’uomo,
anche di un solo uomo, com’è il nostro Dio. E lo ama fino alla follia
della croce. … Dio si mette alla ricerca dell’uomo come un mendicante:
un mendicante d’amore. (D.M. Turoldo, id.)
E’ in un Dio come Padre che dobbiamo ricredere. E’ a
questo volto di Dio che dobbiamo convertirci. E’ questo volto di Dio che
dobbiamo annunciare. E’ da un Dio Abbà che ogni giorno ci dobbiamo lasciar
amare.
E’ lo stupore e la gioia di essere suoi figli amatissimi
che dobbiamo provare, nella preghiera e nei gesti quotidiani, negli eventi
quotidiani.
C'è una nota di stupore, quasi di incredula
sorpresa, nelle parole dell'apostolo: "Guardate quale amore ci ha
donato il Padre" (1 Gv 3,1). Quanto sta dicendo è cosi importante
che Giovanni sente il bisogno di attirare l'attenzione dei suoi
lettori: "Guardate". E l'amore di Dio è cosi grande da
sorprenderci: nessuno avrebbe potuto immaginarlo, se non ci fosse stato
rivelato.Essere figli di Dio non è un semplice modo di dire, non è
una metafora, ma una condizione da prendersi alla lettera: "e
lo siamo davvero". Basta questa breve affermazione di
Giovanni per farci comprendere che - di fronte alla rivelazione del Padre
che Gesù ci ha consegnato - la prima reazione non può essere che lo
stupore. (Bruno Maggioni)
Il mistero di un Dio come Padre, il mistero dell’essere
suoi figli ci è svelato da Gesù.
Tutta la sua storia ci parla dell’amore del Padre,
attraverso di Lui: "Chi vede me vede il Padre".
Tutta la sua storia è un "abbandono" nelle mani
del Padre: "Nelle Tue mani affido il mio spirito".
Tutta la sua storia è comunicarci con forza e radicalità di
essere figli e insieme fratelli. Basta ricordare le parole finali della parabola
del figliol prodigo. Il figlio maggiore insiste nel dire al padre: "Questo
tuo figlio" e il padre a lui: "Questo tuo fratello!"
Queste pagine raccolgono le lezioni tenute nella parrocchia
Santa Maria del Suffragio in Milano durante il Quaresimale 1999 Lo stupore di
essere figli da:
- don Luigi Pozzoli, grande appassionato e competente cultore
di letteratura contemporanea, critico e scrittore finissimo
- don Gianni Colzani, teologo cui appartengono passione per
quel Mistero che è alla fonte della teologia, rigore nel pensarlo
criticamente e forte sensibilità pastorale
- don Angelo Casati, docente di lettere nei Seminari milanesi
e ora parroco a Milano, capace di un annuncio evangelico ricco di tenerezza,
di poesia e profezia
- don Pierangelo Sequeri, uno dei teologi italiani più
competenti che senza timore sa andare al cuore di ogni problema scuotendo e
coinvolgendo, con lucidissimo rigore e insieme con passione ed esperienza
educativa
- don Roberto Vignolo, biblista ormai affermato che sa
restituirci le pagine bibliche in tutto il loro splendore, la loro
profondità, la loro attualità
Questo libro vorrebbe essere un piccolo aiuto a farci più
capaci di dire
"Abbà" un po' come lo diceva Gesù, con le
parole e i gesti di una riscoperta fraternità davanti all'unico
Padre (Card. Carlo Maria Martini)
E’ un cammino che vuol portarci ad "abbandonarci"
nelle braccia di Dio Padre, al desiderio e allo stupore di essere figli e
fratelli.
E mentre noi non ci stancheremo di ripetere "Padre
nostro che sei nei cieli", Lui, nostro Padre, ci sussurrerà: "Figlio
mio che sei in terra" …
NB. Nelle ultime pagine di questo libro troverete raccolti i
miei commenti alla parabola del padre misericordioso (Lc 15) apparsi sull’informatore
parrocchiale di S. Maria del Suffragio. Sono commenti alla luce di alcuni
maestri nella fede che mi hanno particolarmente colpito.
don Mirko Bellora
parroco di S. Maria del Suffragio in Milano
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