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OCCHI BAGNATI DI RESURREZIONE

Claudio Pastro Apparizioni del Risorto, affresco, Collegio S. Andrea, Brasile, 2000

Claudio Pastro Apparizioni del Risorto, affresco
Collegio S. Andrea, Brasile, 2000  aprile 2022

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OCCHI BAGNATI DI RESURREZIONE

POLVERE PREZIOSA

A sera tardi, quando il giorno si è inabissato, mi capita spesso di camminare lungo il filo spinato e dal mio cuore s’innalza sempre una voce che dice: La vita è una cosa splendida e grande. A ogni nuovo crimine o orrore dovremo porre un nuovo pezzetto di amore e di bontà che avremo conquistato in noi stessi. Possiamo soffrire ma non dobbiamo soccombere. (Etty Hillesum, 1914-1943)

In questi giorni davanti ai nostri occhi ci appare la guerra, la morte, la sofferenza, la violenza, l’ingiustizia … com’è difficile raccontare la Pasqua! O forse, e proprio per questo, è così essenziale ritornare al mattino di Pasqua, per non soccombere, per imparare a credere, a sperare, ad amare di più!

Due anni fa, in piena emergenza Covid, scrivevo così:

Mi sono ricordato del midrash alle Lamentazioni dove si narra che Dio voleva piangere sulla rovina del suo popolo: “Venne Metatron (l’angelo che sta presso il trono di Dio), si prostrò e disse: ‘Io ti ubbidirò, ma tu non devi piangere’. Allora Dio disse: ‘Se tu non vuoi che io pianga,
io andrò in un luogo dove non ti è permesso entrare, e là piangerò”. Dio è qui e piange per noi e con noi ed è proprio nelle lacrime, quelle di Dio e le nostre, che può rinascere e rifiorire la speranza se ce le asciugheremo l’un l’altro con gesti d’amore, tenerezza, solidarietà come tantissime persone già stanno facendo.

Anche in questi giorni è così … Chi ama è fragile. Dio è fragile, Dio è debole perché ama l’uomo e la sua libertà. Dio ci ama, nonostante tutto. Come ha detto splendidamente papa Francesco: “Siamo polvere nell’universo. Ma siamo la polvere amata da Dio. Il Signore ha amato raccogliere la nostra polvere tra le mani e soffiarvi il suo alito di vita (cfr Genesi 2,7). Così siamo polvere preziosa, destinata a vivere per sempre. Siamo la terra su cui Dio ha riversato il suo cielo, la polvere che contiene i suoi sogni. Siamo la speranza di Dio, il suo tesoro, la sua gloria”.
Dio ci ama, nonostante tutto. Perché siamo la sua speranza. E ci regala la Pasqua, ci invita alla Pasqua e a vivere una vita a partire dalla Resurrezione.

STANCHI DI CAMMINARE SI MISERO A CORRERE

Per raccontare la fede pasquale ho scelto come immagine di copertina un affresco dell’artista brasiliano Claudio Pastro.
Al principio della fede pasquale sta il sepolcro vuoto e a quel sepolcro di buon mattino, con passo triste e nel cuore un macigno, ma anche con passi d’amore, si sono recate alcune donne.
Lì, davanti a quella tomba vuota, si sono sentite pronunciare queste parole:Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. È risorto, come aveva detto”. (Matteo 28,5-6)
Anche noi condividiamo con quelle donne lo stesso timore, gli stessi dubbi, la stessa paura e angoscia per aver perduto chi hanno amato così tanto. Come loro ci aggrappiamo alle parole dell’angelo con lo stesso stupore e la stessa emozione. Hanno creduto e invitano anche noi oggi a credere a quell’uomo che la morte non ha sconfitto.
Nell’affresco ritroviamo anche i discepoli di Emmaus con Gesù Risorto che si fa loro vicino. Il Signore Gesù si affianca ai due discepoli in fuga, perdutamente disperati e, a poco a poco, svela loro il senso delle Scritture e della sua vita, facendo nascere in loro l’insopprimibile desiderio di stare a lungo con lui. E riaccende in loro la speranza e l’esigenza di tornare alla città, testimoni del Risorto. Come i passi lenti delle donne al sepolcro, anche quelli dei discepoli di Emmaus sono diventati passi veloci di chi ha una incredibile speranza da vivere e da raccontare.

E i due? Avevano iniziato il loro cammino verso Emmaus con il passo stanco e depresso, adesso partono senz'indugio, di corsa, verso Gerusalemme, ansiosi di dire a tutti i loro amici che Gesù è risorto, è vivo. Loro l'hanno incontrato. E, stanchi di camminare, iniziano a correre! (don Marco Pozza)

Così prego, così sogno: che i passi di ciascuno di noi, che i passi della nostra comunità pastorale da passi un po’ lenti e stanchi diventino passi veloci, passi da innamorati del mattino di Pasqua.

OCCHI BAGNATI DI RISURREZIONE

A volte il buio della notte sembra penetrare nell'anima; a volte pensiamo: "ormai non c'è più nulla da fare", e il cuore non trova più la forza di amare... Ma proprio in quel buio Cristo accende il fuoco dell'amore di Dio: un bagliore rompe l'oscurità e annuncia un nuovo inizio, qualcosa incomincia nel buio più profondo. Noi sappiamo che la notte è "più notte", è più buia poco prima che incominci il giorno. Ma proprio in quel buio è Cristo che vince e che accende il fuoco dell'amore. La pietra del dolore è ribaltata lasciando spazio alla speranza. Ecco il grande mistero della Pasqua! In questa santa notte la Chiesa ci consegna la luce del Risorto, perché in noi non ci sia il rimpianto di chi dice "ormai...", ma la speranza di chi si apre a un presente pieno di futuro: Cristo ha vinto la morte, e noi con lui. La nostra vita non finisce davanti alla pietra di un sepolcro, la nostra vita va oltre con la speranza in Cristo che è risorto proprio da quel sepolcro. Come cristiani siamo chiamati ad essere sentinelle del mattino, che sanno scorgere i segni del Risorto, come hanno fatto le donne e i discepoli accorsi al sepolcro all'alba del primo giorno della settimana. (Papa Francesco)

Sono giorni di buio i nostri, ma per vedere più in fondo, più in là, dentro il dolore e le ferite di ciascuno ci è così necessaria la luce del Risorto! Insieme a questa luce servono i nostri occhi bagnati di tenerezza e di misericordia, bagnati di lacrime di fronte a tanto dolore, ma soprattutto occhi “bagnati di risurrezione”, con la speranza che ci regala la Pasqua.
E siccome siamo impotenti, o forse no, nei confronti di quella follia che è la guerra, che almeno cerchiamo di imparare a vivere così:

A ogni svolta di strada ci sono piccole guerre,
come a ogni svolta del mondo ci sono le grandi guerre.
A tutte le svolte della nostra vita

possiamo fare la guerra o la pace
(Madeleine Delbrel)

Tu, Signore crocefisso e risorto, dirigi i nostri passi sulla via della pace!

 

don Mirko Bellora

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