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NASCO OGNI VOLTA CHE DICO TU

Magi-Autun (104K)

il sogno dei magi - Autun gennaio 2022
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----- IL SOGNO DEI MAGI -----

Così scriveva Dino Buzzati: "... e poi chissà che il giorno dopo, può anche darsi, chissà,
che qualche pezzetto di Natale non vi rimanga attaccato addosso. Basterebbe anche un pezzetto molto piccolo, il Cielo in fondo si accontenta di poco, non vi domanda di più ...".

Per questo, per trattenere addosso ancora un forte legame col Natale di Gesù, ho scelto come immagine per la copertina dell’informatore di inizio anno una deliziosissima scena - il sogno dei magi - rappresentata in uno dei capitelli della cattedrale francese di Autun. Sotto una stessa coperta sono sdraiati, con la corona in testa, i tre re magi. Il più vecchio e il più giovane dormono tranquillamente mentre il re adulto viene svegliato dalla mano di un angelo che con l’altra mano gli indica una stella in cielo. E così comincia il loro cammino.
Un adulto destato da un angelo che porta una Buona Notizia, che invita ad alzare lo sguardo al cielo. Dicono degli adulti che spesso perdono i propri sogni, inghiottiti dalla realtà … eppure, il Natale appena vissuto è una meravigliosa realtà per adulti inguaribili sognatori, con sguardi ricchi di stupore, mani creatrici di inaudite speranze, piedi saldamenti legati alla terra e occhi ben aperti alla realtà e fissi al cielo. Così si cammina meglio!
L’augurio allora che faccio a me e a ciascuno di voi è, come dicevo nella Messa di Natale, quello di riaccordare, mettere in sintonia il nostro cuore sulle parole, sulle note del vangelo. Innanzitutto, scrivendo nel nostro cuore una certezza: siamo nel cuore di Dio. Tu sei nel cuore di Dio, tu sei amato. E siccome i bambini vogliono essere amati, il nostro Dio - che a Natale si svela in un bambino - desidera essere amato perché la fede ha a che fare con l’amore.
Il Natale di Gesù può diventare il nostro natale, può diventare la nostra rinascita, se lo vogliamo e se la nostra libertà farà spazio alla potenza trasformante del nostro Maestro e del suo Vangelo. Se lo vogliamo possiamo diventare “uomini-inizio” …

Gli uomini si possono dividere in due categorie:
gli uomini-scontati e gli uomini–inizio
Gli uomini-scontati pensano:
siamo fatti così, non possiamo cambiare, non possiamo risorgere
Gli uomini-inizio pensano:
ogni mattina è buona per darci un’anima giovane
Gli uomini-scontati vivono rasoterra
Gli uomini-inizio vivono in terra, ma hanno ansia del mare aperto
Gli uomini-scontati,
si comportano con la vita come si fa con la pioggia: aspettano che passi
Gli uomini-inizio tengono la vita in mano e la dirigono
Gli uomini-scontati giocano al ribasso
Gli uomini-inizio volano alto
Gli uomini-scontati tengono l’anima ripiegata in quattro,
come la coperta nell’armadio
Gli uomini-inizio portano l’anima in palestra
Gli uomini-scontati seguono il gregge
Gli uomini-inizio si staccano dal gregge: sono “e-gregi”

Gli “uomini-inizio” credono nel Vangelo, cercano di lasciarsi trasformare dal Vangelo, lo pregano, cercano di viverlo ogni giorno nella speranza, nella ricerca di giustizia, nella tenerezza, nel perdono. Gli “uomini-inizio” possono rinascere ogni volta che …

----- NASCO OGNI VOLTA CHE DICO TU -----

Qualcuno ha scritto che il primo santo del calendario del post-moderno è Narciso, quel giovanetto mitico che si piaceva troppo e che per ammirarsi perse la vita specchiandosi nelle acque di un lago. Con Narciso vince la potenza dell’io, il ripiegamento su se stessi, l’indifferenza verso gli altri. Nella sua apparente innocenza Narciso mette in discussione i principi della socialità, della libertà che viene pensata senza vincoli e in modo del tutto autoreferenziale.
Se solo Narciso abbandonasse per un attimo il fascino magnetico della propria immagine e allargasse il suo orizzonte, potrebbe affrontare la sfida: essere se stesso, ma mai senza l’altro.
Forse bisogna avere il coraggio di porsi non la domanda «chi sono io?», ma piuttosto «per chi sono io?» come ci racconta una bellissima storia ebraica:

Un rabbino saggio e timorato di Dio una sera, dopo una giornata passata a consultare i libri delle antiche profezie, decise di uscire per la strada a fare una passeggiata distensiva. Mentre camminava lentamente per una strada isolata, incontrò un guardiano che camminava avanti e indietro, con passi lunghi e decisi, davanti alla cancellata di un ricco podere. «Per chi cammini tu?», chiese il rabbino, incuriosito. Il guardiano disse il nome del suo padrone. Poi, subito dopo, chiese al rabbino: «E tu, per chi cammini?» Questa domanda, conclude la storia, si conficcò nel cuore del rabbino.

Lo dico spesso ai fidanzati citando una frase del poeta partigiano Aldo Capitini: “Nasco ogni volta che dico tu”. Nasciamo sempre di nuovo quando scopriamo di essere “eccentrici” cioè di avere il centro fuori di noi, quando non facciamo sempre vincere il nostro io, quando ci preoccupiamo e ci prendiamo cura della felicità dell’altro. Nasciamo sempre di nuovo nel bene che facciamo, nella gioia che diffondiamo, nei sorrisi che facciamo fiorire, nelle lacrime che asciughiamo. Nasciamo sempre di nuovo quando prendiamo coscienza che ciascuno di noi è responsabile di tutto l'amore che circola nel mondo e che sottrarre una parola, un gesto, un sorriso è inaridire il mondo.

“Convertitevi e credete al Vangelo”, sta scritto. È l’amore che ci converte, quando ci sentiamo amati da Dio e dagli altri, quando amiamo. E come dice il mio amatissimo papa Francesco: “Abbiate speranza e non abbiate paura della tenerezza”.
Buon anno!

 

don Mirko Bellora

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