www.donmirkobellora.it

riga


LO SGUARDO DEI GIRASOLI

girasoli (56K)

settembre 2018
riga

LO SGUARDO DEI GIRASOLI

Rimango sempre affascinato dai girasoli: sanno sempre da che parte voltarsi, verso dove guardare … verso il sole che li fa crescere, che restituisce loro tutta la forza, la luce, il calore e la bellezza, così da incantare e stupire chi li guarda.
Forse è proprio questo che il nostro Arcivescovo ci chiede nella lettera pastorale per l’anno 2018-2019 dal titolo “Cresce lungo il cammino il suo vigore”: imparare a guardare dove più conta per poter camminare – un cammino col volto e il cuore del pellegrinaggio – in speranza, libertà e responsabilità, gli uni verso gli altri, senza scoraggiamenti, pur nella precarietà e complessità della vita di ciascuno, della vita della Chiesa e della vita del mondo.
Ascoltiamo le sue parole:

Propongo che l’anno pastorale 2018/2019 sia vissuto come occasione propizia perché le comunità e ciascuno dei credenti della nostra Chiesa trovino modo di dedicarsi agli “esercizi spirituali” del pellegrinaggio. Gli esercizi che raccomando sono l’ascolto della Parola di Dio, la partecipazione alla celebrazione eucaristica, la preghiera personale e comunitaria. Si direbbe “le pratiche di sempre” o anche peggio: “le solite cose”. Ma noi non abbiamo altro. (pag. 13)

Non abbiamo altro, come il sole per il girasole …

 

PAROLE DA MANGIARE

Già a inizio di quest’anno il nostro Arcivescovo aveva “lanciato un editto”: leggere entro Pasqua la lettera di Paolo agli Efesini. Nella sua ultima lettera ci invita ai Salmi. È un invito alla confidenza, alla familiarità col nostro Dio, a una conversione, a una risposta di vita e nella vita. È un invito a “rivivere lo stupore e l’emozione dei discepoli che se ne andavano tristi e scoraggiati verso Emmaus”. È l’invito a riprovare lo stesso ardore, lo stesso fuoco di quei discepoli trasformati, trasfigurati dall’ascolto della Parola. È la potente e stravolgente esperienza vissuta dal profeta Ezechiele (Ez 2,8-9; 3,1-4): Dio gli chiede non solo di ascoltare o di annunciare la sua Parola, ma addirittura di mangiare il rotolo dove sono scritte le sue Parole perché diventino per lui cibo, forza, consolazione, audacia, miele dolcissimo, perché diventino parte di lui, perché diventino la sua vita. Ed è a questa esperienza che si riferisce l’immagine che ho scelto per la copertina di settembre.

Il profeta Ezechiele Bibbia XII sec (843K)

Quello del nostro Arcivescovo è un invito che faccio mio, certo che – e ne faccio esperienza ogni giorno – l’incontro con la Parola illumina, trasforma come la goccia che scava la roccia, trasfigura il nostro cuore di pietra in un cuore di carne, comunica coraggio insospettato, regala speranze e sorprese inaudite, scarnifica, pone questioni essenziali, affida una consegna.

Così dice il Signore: “come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi tornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata”. (Isaia 55,10-11)

 

QUALCUNO NON QUALCOSA

Ecco l’altro caldo invito del nostro Arcivescovo: la partecipazione alla celebrazione eucaristica. Non un rito vuoto, non un semplice dovere, non una “tassa” da pagare …
Perché in ogni Messa ci troviamo di fronte ad una delle meraviglie di Dio Padre, a un «miracolo» inventato dalla sua fantasia: in un pezzo di pane, misteriosamente nascosto ma realmente presente, c’è Gesù Cristo vivo, qui, oggi, per noi. L’Eucarestia non è qualcosa. È Qualcuno: è Gesù Cristo Crocefisso e Risorto, vivo oggi in mezzo a noi.
Lui è lì, in quel pezzo di pane e nella sua Parola, e ci aspetta, ci cerca, ci illumina, ci guarda con occhi d’amore, di stupore, di perdono, di tenerezza, di gioia. E cerca il mio, il nostro sguardo.
È da questo «incontro di sguardi» che nasce, si costruisce, cresce ogni giorno il cristiano e la comunità cristiana. Uno sguardo da Lui e a Lui, tra noi e verso tutti.
L’avevo già scritto anche su queste pagine qualche anno fa. Ho un sogno: che sempre più i “miei” cristiani ridiventino “gelosi” della domenica come il giorno della vera festa, dell’incontro con l’amato, come il giorno della celebrazione, dell’assemblea, della comunità, come il giorno in cui abbeverarsi alla fonte della speranza, a ciò che fonda la nostra speranza: il Cristo risorto. “Gelosi” della domenica come giorno del Signore, ma anche come giorno dell’uomo, dell’amore a ogni uomo.

Se avete paura dell’amore non celebrate la Messa
Se avete paura della gente non celebrate la Messa
Se celebrate la Messa condannate la vostra anima al tormento dell’amore.
(Thomas Merton)


A TU PER TU CON IL SIGNORE

La preghiera personale e comunitaria, ecco il terzo invito del nostro Arcivescovo.
La preghiera è stare con il Signore a tu per tu, in silenzio, in ascolto, in amore. È l’anima segreta, il pozzo inesauribile della vita cristiana, di una nuova giornata che comincia. È il gesto e la scelta che scolpisce il volto e il cuore del cristiano. È il pellegrinaggio quotidiano incontro al mistero di Dio.
La preghiera non ha giustificazioni, come non ne ha l’amore ... ha una sola ragione: la certezza di essere amati da un Dio che ci cerca, ci insegue, “ci fa la corte”.
La preghiera, come l’amore, è estasi e tormento, gratuità, fedeltà, creatività, ricerca, scoperta, desiderio, passione. Ma è anche “opera difficile”, impegno, nascondimento, svelamento, nella nudità del proprio essere. Così come non si finisce di imparare ad amare, così non si finisce di imparare a pregare. Si rimane sempre alunni, discepoli, in povertà e in umiltà.
E quando un cristiano prega sul serio, il Dio di Gesù lo ributta immediatamente tra gli altri.
Pregare allora è essere presenti a Dio e all’uomo, è mettere insieme l’eremo e la strada, certi che dove un uomo prega qualcosa nasce e fiorisce sempre.

La preghiera è il respiro dell’amore di Dio per la vita dell’uomo:
è l’ossigeno, la linfa che la vivifica e la nutre.
Chi impara a pregare alla scuola di Cristo Gesú, Maestro di preghiera,
impara ad amare, a perdonare e a gioire nel donare.
La preghiera ci rende capaci di amare,
di spezzare il pane della bontà e della tenerezza.


SI CRESCE SOLO SE SI È SOGNATI

All’insegna di questi tre inviti ricominciamo insieme un nuovo anno pastorale nella nostra Comunità Pastorale Beata Vergine del Rosario in Vimercate e Burago. Si dice che ciascuno cresce solo se sognato: credo proprio che sia così anche per una comunità in cammino e in cambiamento come la nostra. Siamo invitati a pensare, sognare, cambiare, senza troppe paure o nostalgie …

Non ha fondamento storico né giustificazione ragionevole l’espressione “si è sempre fatto così” che si propone talora come argomento per chiedere conferma dell’inerzia e resistere alle provocazioni del Signore che trovano eco nelle sfide presenti. (Lettera pastorale pag, 8)

O, per usare le parole di Miles Davis, famoso jazzista: “Non suonate quel che c’è già, ma quello che non c’è”. Per far questo occorre imparare dai girasoli, dal loro sguardo, occorre essere innamorati del sole. Occorre fidarsi del nostro Dio…

Una sera, dopo aver pregato per tutti i nostri amici, per i familiari e per gli animali di casa, la mia nipotina aggiunse: “E, caro Dio, abbi cura anche di Te. Se ti accadesse qualcosa, saremmo tutti nei guai!”.

 

don Mirko Bellora

riga
top