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DICHIARAZIONI D’AMORE

alberodeisogni
Albero con palloncini (2007)

giugno - luglio - agosto 2013
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La festa degli anniversari di matrimonio del mese di maggio è stata davvero splendida, ha ridestato ricordi del passato e fatto vibrare il presente … Le promesse del matrimonio ridette e riascoltate, con il tremolio nella voce e nel cuore, sono state una nuova dichiarazione d’amore, come vento di primavera.
E siccome nulla rende più amabili del sentirsi amati, vi voglio raccontare di altre dichiarazioni d’amore … da raccogliere e da vivere.
La prima, radice e fonte di tutte le altre, è questa: Dio è innamorato pazzo dell’uomo! È la sua unica debolezza… per nostra fortuna. Ogni sua scelta - l’Incarnazione, la Passione, la Morte, la Resurrezione, la Pentecoste, l’Eucarestia, il Perdono - ci parlano della sua fantasia nell’amarci.
Il cristiano sa che credere è riconoscere innanzitutto di essere amati, è fare spazio e accogliere questo amore. Un amore che si riverbera sul quotidiano.
Una risposta, un dono continuamente ricevuto, un dono continuamente dato: questa è la vita cristiana, ricca di dichiarazioni d’amore…

NEL SEGNO DELLA DISMISURA

Per questo innanzitutto desidero ringraziare chi ha saputo rispondere alla dichiarazione d’amore del Signore risorto: i sacerdoti che nel mese di giugno ricordano il loro anniversario di Ordinazione, in particolare don Silvio Villa (60°), don Luigi Stucchi (40°), don Giuseppe Massaro (25°), don Roberto Valeri (20°). Li ringrazio dal profondo del cuore per il loro sì perennemente giovane, per il loro servizio così prezioso alla vita di tanti credenti.
A ognuno di loro e a ogni prete della nostra comunità pastorale faccio gli auguri “rubando” le parole a un grande parroco-poeta, don Angelo Casati:

Ora se io ripercorro questi quarant'anni - non sempre facili, spesso segnati dal mio limite - di una cosa su tutte mi sento di ringraziare Dio: del senso della sorpresa. Starei per dire che ogni giorno Dio mi ha visitato con una sorpresa. Ogni giorno accadeva qualcosa. Ogni giorno accadeva un volto. Ogni giorno accadeva la grazia. Sì, ringrazio Dio per la sorpresa quotidiana del Suo volto e dei vostri volti: una sorpresa continua, una ricchezza inesauribile.
Il secondo sentimento che mi prende il cuore è quello della dismisura o sproporzione. Quarant'anni! Ce n'è d'avanzo per toccare con mano il tuo limite, il tuo peccato, la tua debolezza, la tua piccolezza, l'inadeguatezza, l'essere strumento povero e servo inutile del vangelo! E vieni "ripagato" - perdonate il verbo - con una festa inimmaginabile, oltre ogni pensiero e ogni attesa: la dismisura! Vieni "ripagato" - e questa è sensibilità, acutezza, intuizione del cuore - con il dono dei volti. Voi mi capite: il dono materiale più prezioso che cosa sarebbe a fronte dell'intensità di un volto? un conto è far festa con le cose, un conto è Dire con gli occhi: siamo noi la tua festa. Festa di volti. Volti in cui abitano le memorie.
Certo si possono fare mille feste diverse. Ma non c'è proporzione: quando la festa è dei volti, senti la dismisura. Smisuratamente amato: da Dio e da un numero sconfinato di fratelli e di sorelle.
E la nostalgia da sempre mi accompagnerà - come una meta che insonnemente mi seduce -: essere nel mondo un piccolo testimone della "dismisura".

NEL SEGNO DELLA COMUNITÀ PASTORALE

Credo proprio che costruire una comunità di cristiani sia costruire una casa che non ha porte (o come cantava Gino Paoli “una stanza che non ha pareti” in modo che ci sia il cielo in una stanza). Costruire una comunità cristiana è fare di tutto perché chiunque si senta continuamente invitato e benvoluto. La Chiesa è una principalmente come una festa di nozze, quindi un luogo fatto di persone che coltiva la gioia e non coltiva la tristezza. Sento che il mio compito è tenere aperte le porte della Chiesa e semmai riaprirle quando si richiudessero per colpa mia o di qualcun altro. (Don Giovanni Berti)
Mi sento di chiedere a tutti, laici e sacerdoti, una vera dichiarazione d’amore alla comunità pastorale! Chi più l’amerà concretamente, pazientemente, con apertura di cuore, con intelligenza e creatività, più la farà crescere e fiorire.

NEL SEGNO DELLA SOLIDARIETÀ

Ciascuno di noi è responsabile di tutto l'amore che circola nel mondo. Sottrarre una parola, un gesto, una scelta, un sorriso è nientemeno che inaridire il mondo …

Papa Francesco si sofferma sulla «cultura dello scarto. Quello che non mi serve lo butto. Noi invece dobbiamo fare una cultura dell’incontro, dell’amicizia, nella quale possiamo parlare anche con chi non la pensa come noi, con chi è di un’altra religione». E sulla povertà si rammarica che non sia più notizia «che un barbone nuore di freddo che bambini muoiono di fame. È grave. Noi non possiamo stare tranquilli. Non possiamo essere cristiani inamidati che parlano di cose teologiche mentre prendono il the. Dobbiamo andare a trovare quelli che sono la carne di Cristo».

Ogni cristiano è chiamato a dichiarare il proprio amore ai fratelli, alla città degli uomini, tanto più quando una crisi come quella che stiamo vivendo impoverisce tanti.

NEL SEGNO DELLA BELLEZZA

Una chiesa, un tabernacolo … sono un rimando al mistero di Dio, al mistero dell’amore, al mistero della storia di una comunità che continua, che continua a credere, che continua ad amare. Una chiesa è il tentativo dell’uomo di rendere avvicinabile, toccabile, incontrabile il Dio in cui crede. Proprio per questo la nostra comunità pastorale si sta “imbarcando” in un grande progetto di mappatura, di salvaguardia e di restauro delle sue dodici chiese, chiese vive, vissute da custodire con ogni cura. E si comincia dal santuario. E si comincerà prestissimo. L’'amore del bello è segno di un vero amore alle persone e alla città. È il tentativo di mettere in atto uno degli insegnamenti del Concilio Vaticano II:

Questo mondo in cui viviamo ha bisogno di bellezza,
per non oscurarsi nella disperazione.
La bellezza, come la verità,
è ciò che mette la gioia nel cuore degli uomini,
è il frutto prezioso che resiste all’usura del tempo,
che unisce le generazioni e le congiunge nell’ammirazione.
(Messaggio agli artisti)

ïïïïïï

Chi riceve o fa una dichiarazione d’amore non resta più lo stesso, ti sembra che la vita cominci o ricominci quel giorno … E, come dicevo nell’omelia degli anniversari di matrimonio:

Quando il cielo è spento dalle nuvole,
la superficie del lago è piatta e metallica;
quando brilla il sole
essa si trasforma in uno specchio mirabile
delle tinte del cielo e della terra.
Così è della vita dell'uomo quando s'accende d'amore:
il panorama è sempre lo stesso,
il lavoro sempre monotono o alienante,
le città anonime o fredde,
i giorni identici l'uno all'altro;
eppure l'amore tutto trasfigura ed allora si ama tutto
e tutto si vede con occhi diversi.

Tutto cambia … e può nascere anche un albero, come quello raffigurato.

don Mirko Bellora

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