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decalogo per una matrimonio ad alta fedeltà

Chagall Papaveri 1949
Chagall Papaveri (1949)

maggio 2013
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Sfogliando tra le pagine di un libro che mi è carissimo, Il Signore della danza (ed. Portalupi 2004), che ho scritto quand’ero parroco in S. Maria del Suffragio a Milano, ho ritrovato queste righe di una mia omelia del 2002 in occasione della festa per gli anniversari di matrimonio … le dono a ciascuno di voi.

Se io, don Mirko, mi fossi sposato, cosa proverei oggi festa degli Anniversari di Matrimonio?

Penso due sentimenti su tutti: stupore e lacrime.

  • Stupore perché sarebbe da sogno poter dichiarare alla propria donna: “Non sono ancora capace di amarti ma rimango sempre stupito dopo dieci, trenta, cinquanta anni di te e del tuo amore e del mio amore, rimango sempre stupito del nostro amore”.

  • Lacrime perché mi sarebbe spontaneo dire: “Potevo amarti di più”, e perché sento che solo le lacrime sarebbero capaci di lavare i miei ritardi, i miei rimorsi, le mie omissioni.

Ho scelto di vestire l’omelia come decalogo. Un decalogo che sogno possa essere una bussola utile non solo per le coppie festeggiate oggi ma anche per ciascuno di voi presente a questa Eucarestia:

  1. Tenere Dio in casa come ospite fisso: sfrattare Dio da casa sarebbe uno degli sbagli più gravi. Dio unisce, Dio fortifica. Dio, poi, è l’unica garanzia che neanche la morte vi separerà.

  2. Pregare insieme:Le mie idee cambiano quando prego” (Bernanos). La preghiera insieme insegna a comprendersi, a essere fedeli, a perdonarsi, a ricominciare, ad amare come amava Gesù. Se le coppie pregassero di più insieme, renderebbero il loro legame molto più forte, molto più difficile da spezzare.

  3. Guardare in positivo: cercare di cogliere le doti e i desideri dell’altra/o prima che le sue mancanze o i suoi limiti.

  4. Sedersi: occorre fermarsi, dialogare, darsi tempo:

Bisogna essere accoglienti,

avere il cuore come una “comoda poltrona”

in cui l’altro possa sedersi, rilassarsi,

sentirsi a suo agio,

capito, ascoltato, accolto. (Nico Dal Molin)

  1. Tacere: tanti cortocircuiti nascono perché la lingua parla quando è troppo calda. Lasciate passare qualche ora; poi parlate pure!

  2. Sorridere: il sorriso è una magia.

Toglimi il pane, se vuoi,

toglimi l’aria,ma non togliermi il tuo sorriso.

(Pablo Neruda)

  1. Mettere la fantasia al potere: un fiore, un regalo, un invito a cena fuori… arrivare prima a casa… (avvisando!…) per dire no all’abitudine e alla monotonia. “L’abate stava a sedere sul treno, in faccia aveva un uomo e una donna di mezza età, così indifferenti l’uno all’altra da far pensare che fossero sposati (Bruce Marshall).

  2. Coltivare la tenerezza: siete sposati da diversi anni ma restate sempre fidanzati. Ascoltate il saggio:

Dimmi spesso che mi ami,

con parole, gesti, azioni.

Non credere che lo sappia già.

Forse ti sembrerò imbarazzata/o

e negherò di averne bisogno.

Ma tu non credermi, fallo lo stesso.

  1. Perdonare: il perdono non è debolezza, il perdono è l’amore umano che si fa divino, il perdono risveglia la scintilla di amore che è nascosta in ogni uomo, ci rende leggeri e nuovi.

  2. Tenere le porte aperte agli altri. Quando il mondo della coppia arriva solo fin dove arriva l’uscio di casa allora si finisce col morire di asfissia. Si disimpara ad amare, dimenticandosi che i simboli del cristiano e della Pentecoste non sono le pantofole e la camomilla ma il vento e il fuoco.

Dopo il decalogo un grazie, una raccomandazione, una preghiera.

Un grande grazie alle coppie festeggiate perché con la vostra testimonianza ci avete fatto capire che è possibile essere una cosa sola per sempre; che il matrimonio cristiano non è un contratto, è un patto davanti a Dio, è un sacramento, è una danza, una stupenda danza, certo ad alto rischio e pericolo. Ma ne vale la pena.

Una raccomandazione: non lasciate invecchiare i vostri sogni, i sogni di quando vi siete innamorati l’una dell’altro…

Una preghiera per tutte le famiglie presenti, proprio per tutte, anche per quelle spezzate, per quelle divorziate risposate qui presenti (spero che queste coppie ogni volta che vengono in questa chiesa si sentano non giudicate ma accompagnate):


Signore,
ti rendiamo grazie per la nostra famiglia.
Facci capaci di un amore forte e tenero,
nuovo ogni giorno, sempre pronto al perdono.
ai bisogni delle altre famiglie,
alla comunità parrocchiale.
Maria, Tua madre, ci custodisca.
Amen.

A queste parole scritte qualche anno fa ne aggiungo solamente alcune di papa Francesco che continua a stupirmi, a emozionarmi. In una delle sue omelie ha ricordato quanto detto da S. Francesco “Predicate il Vangelo, e se è proprio necessario usate anche le parole”.

Sono l’amore, la tenerezza, la fantasia, il perdono, la misericordia, il servire … che cantano il Vangelo. Anche il matrimonio è un canto …

don Mirko Bellora

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