UN COLPO D’ALA

"Karla Gerard - Nine houses two trees and two birds
settembre 2011
Per ricominciare insieme il nuovo anno pastorale mi sono lasciato illuminare,
sollecitare e interrogare da un originale messaggio pubblicitario, da un libro intelligente, da una
promettente immagine biblica. È un modo per augurare a tutti un buon inizio di settembre, quando
tutto riprende il suo cammino, con un deciso colpo d’ala.
QUANTO PIU’ UTOPICI, TANTO PIU’ QUOTIDIANI !
Sfogliando le pagine di un giornale ho visto e ammirato una pubblicità: semplici
tovaglioli di carta, oggetti quotidiani, tramutati in rose. Il creativo ha avuto un’ottima idea e
mi sono detto che la più bella creatività è proprio quella di fare della propria vita, del proprio
quotidiano, un’opera d’arte.
Ha una vera speranza solo chi non si scandalizza né si scoraggia
di fronte al giorno dopo giorno.
La delicata fedeltà giornaliera è la miglior garanzia
della veracità della nostra utopia.
Quanto più utopici, tanto più quotidiani !
Dimmi come vivi un giorno ordinario, un giorno qualsiasi
e ti dirò quanto vale il tuo sogno del domani.
(Pedro Casaldaliga)
Auguro a tutti fedeltà, dedizione e passione nelle realtà quotidiane, dalla famiglia,
alla scuola, al lavoro, alla città, alla comunità pastorale, anche quando la stanchezza, la
delusione, lo scoraggiamento ci prendono, perché è proprio lì che si "gioca" la nostra
fedeltà al Vangelo, il nostro essere credenti credibili
C'è gente che Dio prende e mette da parte. Ma ce n'è altra che egli lascia
nella moltitudine, che non "ritira dal mondo". È gente che fa un lavoro ordinario, che ha
una famiglia ordinaria o che vive un'ordinaria vita da celibe. Gente che ha malattie ordinarie,
e lutti ordinari. Gente che ha una casa ordinaria. Gente che si incontra in una qualsiasi strada.
Noialtri, gente della strada, crediamo con tutte le nostre forze che questa strada, questo mondo
dove Dio ci ha messi è per noi il luogo della nostra santità.
(Madeleine Delbrêl)
Qualcuno ha definito il nostro tempo come il tempo delle "passioni tristi" …
è un po’ vero
Ciò che manca sono adulti felici di essere adulti e di essere credenti.
E’ il sorriso degli adulti che può riannodare i vincoli fra le generazioni,
sul piano ecclesiale e anche su quello civile.
Ci sono in giro troppi adulti dalle passioni tristi.
(don Armando Matteo)
Aiutiamoci a vicenda nel rimettere passione e gioia nel nostro quotidiano, nel duro
mestiere di essere uomini e donne di questo tempo, nella certezza che, prima ancora della nostra
fedeltà al Vangelo, stanno la fedeltà e la vicinanza del nostro Dio. È una certezza che rafforzerà
noi e illuminerà il nostro quotidiano.
IL VANGELO: LA PAROLA FELICE
Il libro intelligente, profondo e scomodo ha un titolo che calza a meraviglia per il
ricominciare settembrino: Incipit o dell’inizio di Maurice Bellet. L’autore, nel riconoscere
la crisi delle fedi e delle ideologie, afferma che all’inizio di tutto sta la relazione, sta la
tenerezza, sta il dono reciproco. Bellet riconosce in tutto questo il segreto del
Vangelo:
Del Vangelo, non posso intendere altro se non quanto rende salvo l’uomo. Il Vangelo
non ha verità che come dono gioioso della vita, e questa vita è amore, e questo amore si vive e ci
gode tra noi.
All’amore fra noi, Dio non si aggiunge: vi si manifesta.
Il Vangelo come la parola felice, la vita felice … Invito ciascuno a scommettere di
nuovo e ogni giorno sul Vangelo perché si faccia carne nella storia di ognuno. Scommettere sul
Vangelo è la possibilità, per ciascuno di noi e per il nostro vivere comune, di trovare il
"centuplo quaggiù", come ci è stato promesso dal nostro Signore e Maestro.
Per avvicinarci con calma e profondità al Vangelo ripropongo a tutta la comunità
pastorale per il secondo anno la partecipazione alla Lectio Divina (il 3° martedì del mese) e la
Messa contemplativa (il 1° venerdì del mese). Sogno la chiesa piena di giovani e adulti per
incontrare Lui nell’Eucarestia, per incontrare Lei, la Parola …
I CIOTTOLI DI DAVIDE
A me pare che la parrocchia si possa oggi paragonare al povero Giona nel mare in
tempesta. Come Giona, la parrocchia ha ricevuto una missione da Dio e, come lui, è tentata di aver
paura di fronte all’enormità della sua missione. Cerca perciò di sfuggirvi … La parrocchia, dunque,
fugge come Giona di fronte a Ninive, non affronta il problema nella sua gravità, non guarda a se
stessa con realismo, nella sua povertà e pochezza, con quel coraggio che, invece, ha Davide nei
riguardi di Golia. Da Giona impaurito nel mare a Davide coraggioso di fronte a Golia. Ecco
l’itinerario che mi piacerebbe farvi percorrere. (card. Carlo Maria Martini)
Raccolgo e rilancio anch’io questo invito a superare i dubbi, ad abbandonare le
reticenze nel cammino della Comunità Pastorale, all’inizio del suo terzo anno di vita, per
abbracciare il coraggio di Davide. Sia nel costruirsi sempre più come bella comunità, sia nel
compito "missionario" di annunciare a tutti – con la vita e con la parola – il Signore
Crocefisso e Risorto, incredibile speranza per la vita, la bellezza dell’essere cristiani, la vita
buona del Vangelo.
Senza nessun intento "guerresco" propongo che come comunità si scelgano i
"ciottoli" – come quelli che Davide ha scelto per combattere Golia – perché la comunità
possa vivere in pienezza il compito che le è affidato. Ne ho in cuore almeno cinque – che discuterò
in questi mesi col Direttivo e col nuovo attesissimo Consiglio Pastorale, unico per tutta la
comunità - su cui puntare: il nuovo consiglio pastorale che sarà eletto a ottobre e
rimarrà in carica per quattro anni che spero proprio sarà – con laici giovani e adulti capaci,
impegnati, creativi – il motore della comunità pastorale; la famiglia, con una
attenzione particolare alle giovani coppie e ai fidanzati, che troverà come speciale volano e rampa
di lancio l’incontro mondiale che si terrà a Milano nel 2012 dal titolo "Famiglia: festa e
lavoro; i giovani, "una generazione cui narrare e testimoniare la forza, la
bellezza, la giovinezza, la rilevanza umana della fede" con modalità, luoghi e occasioni da
reinventare, come ci ha fatto intuire splendidamente la Giornata Mondiale della Gioventù di agosto
a Madrid;l’abitare il territorio, in dialogo con la società civile, con una forte
tensione verso la giustizia che rende ancora più vera ed efficace la solidarietà, la condivisione,
campi in cui sappiamo già vivere splendide scelte; la cultura che potrebbe andare da
una competenza biblica, teologica e pastorale maggiore per tutti, al dar vita a luoghi per
affrontare le questioni sociali ed ecclesiali più complesse e dibattute, ad un informatore unico
per tutta la comunità pastorale.
So che la strada è difficile anche perché la comunità pastorale è piombata addosso a
troppi di voi senza adeguata preparazione, né a livello teologico e pastorale, né a livello
psicologico. Ciò che conta è che ormai siamo dentro un cammino se pur complesso di ubbidienza al
Vescovo, accettato con vera abnegazione da tutti i vostri sacerdoti. Oramai
Noi siamo come marinai
costretti a riparare la barca mentre siamo in mare.
(Otto Neurath)
Credo non sia più possibile volgere il nostro sguardo all’indietro, al passato … il
rischio è quello di rimanere impietriti, paralizzati, statue di sale … come la moglie di Lot
nell’episodio narrato dalla Genesi (19,26): il rimpianto nostalgico di ciò che era e non è più è
distruttivo e devastante … Ci è chiesto di saper guardare avanti con decisione e sogni di
futuro.
Da parte mia, amo da sempre le sfide e le avventure e insieme confido nei tanti doni,
carismi e talenti, nella creatività, nel coraggio di ciascuno di noi. E confido nell’opera
sorprendente dello Spirito Santo che sa fare e farci fare grandi cose:
È il segreto dello spirito fare:
dei mattini giovani con delle vecchie sere;
delle anime chiare con delle anime torbide;
delle anime sorgenti con delle anime calanti;
delle anime correnti con delle anime stagnanti.
(Charles Péguy)
Seguire lo Spirito Santo, fidarsi dello Spirito Santo ci permetterà uno splendido
"colpo d’ala" in questo nuovo inizio di anno pastorale. Un colpo d’ala che, attraverso
scelte impegnative e decisive, è caparra del futuro.
Mi è tornato alla mente al riguardo il musicista Riccardo Muti che alla prova
d'ammissione si è sentito dire dal suo esaminatore: "Ti ho dato il massimo dei voti non
per come suoni ora, ma per come potrai suonare un giorno". Spero proprio sia così -
all’esame del Vangelo e dell’oggi, sotto lo sguardo misericordioso e benedicente del nostro Dio e
di Maria che veglia con infinita tenerezza su tutti noi dal nostro santuario - per la nostra
comunità pastorale, mia amata comunità pastorale.

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