
IL SEGRETO DELLA FELICITA’
novembre 2007
Nel giorno di Ognissanti del 1943, con tanti altri compagni,
mi trovavo in un grande Lager, in una landa lontana e tristissima. Sotto un
cielo plumbeo e nevoso, il cappellano padre Marcolini, ci raccolse a Messa e al
Vangelo ci lesse le Beatitudini. Lentamente, senza commento, nel più assoluto
silenzio e sotto lo sguardo delle guardie che dall’alto delle torrette ci
tenevano puntate le mitragliatrici. Noi eravamo come la grande folla ai piedi
del monte delle Beatitudini: ogni parola entrò nel nostro cuore e ci sentimmo
immensamente più liberi delle nostre guardie. (Mario Rigoni Stern)
Oggi come allora, come ogni anno, il giorno di Ognissanti,
riascoltiamo durante la Messa il Vangelo delle Beatitudini. Pagina
indimenticabile in cui Gesù, il vero uomo delle Beatitudini, ci apre al senso
della vita, ci propone una via, ci svela un segreto, la via e il segreto della
felicità: la santità.
Anche noi come la grande folla ai piedi del monte delle
Beatitudini sentiamo penetrare nella nostra carne e nel nostro cuore quelle
parole. E a quelle parole ci aggrappiamo, come a un dono e a una promessa
sorprendenti.
Io amo molto questa festa. Festa della comunione dei Santi e
dei peccatori che si tengono per mano, nell’immenso pellegrinaggio verso la
vita. Festa dentro il cui nome trovo tutti i nomi, dentro la cui cornice trovo i
volti di tanti che ho amato: i miei santi, parte buona e forte della mia vita.
Amo molto questa festa perché mi assicura che il paradiso non è pieno di puri
dalle eroiche virtù, ma di peccatori perdonati, di gente come me. Amo molto
questa festa: i santi anonimi sono i legislatori segreti della storia e dopo di
loro è più facile e più bello essere umani. (p. Ermes Ronchi)
I santi vogliono innanzitutto ricordarci, cioè riportare al
nostro cuore, una splendida certezza: la gioia è possibile. Qui e ora. Il santo
è l’uomo che realizza il sogno di Dio su di lui. Il più grande e importante
miracolo di un santo è quello di lasciare che l’amore di Dio in lui lo
scolpisca.
Santo è colui che crede al Vangelo, che lo rende visibile,
possibile, credibile.
I SANTI: LE DONNE E GLI UOMINI DEI LEGAMI
Il principio, il fondamento di ogni santità non è la nostra
volontà ma la certezza inaffondabile che siamo degli amati da Dio. Amati
follemente da un Dio che ama la gioia e la vita.
Essere santi è assomigliare a questo Dio. E’ lasciarsi
sedurre da Lui.
Essere cristiani, essere santi è
avere una storia personale con Dio e non semplicemente la
storia della propria appartenenza a una religione che si occupa di Dio: è questo
l’annuncio cristiano.
Forse questa abitudine a concepire una storia personale con
Dio non è in cima alle nostre priorità. Eppure la strada per la santità di
tutti, e per la santità di tutti i buoni legami della vita passa di qui.
Restituire alla fede la sua qualità spirituale vuol dire far
circolare di nuovo la persuasione che c’è una storia passionale, appassionata
che ciascun essere umano può avere con Dio. (don Pierangelo Sequeri)
E’ una storia che passa dallo stare a tu per tu con Dio nella
preghiera personale, davanti all’Eucarestia, davanti al Crocefisso, davanti alle
pagine bibliche.
Ed è un amore che apre ad altri amori, un legame che apre ad
altri legami. In fondo è proprio questo che la parola religione significa:
re-ligare, legarsi in una storia d’amore.
I SANTI: LE DONNE E GLI UOMINI DELLE PASSIONI
La grande Teresa d’Avila pregava così:
Liberami, o Signore,
dalle sciocche devozioni
dei santi dalla faccia triste
Molti sono abituati da sempre a mettere in contrapposizione
virtù e passione per questo si è fatta strada l’idea, così difficile da
sradicare, che le passioni sono peccaminose ma belle e vitali e che le virtù
sono giuste ma tristi, pallide, smorte …
Forse per questo la santità fa paura, è pensata come qualcosa
di riservato a pochi.Eppure molti cristiani e molti santi hanno vissuto e vivono
questa duplice passione, questa duplice appartenenza: al cielo e alla terra.
Sono creature di gioia che hanno creduto alle parole di Gesù
proclamate sul monte: "Beati … felici".
I SANTI: LE DONNE E GLI UOMINI "NO LIMITS"
I cristiani sono tutti "no limits" - afferma il card. Ruini.
Sanno andare oltre i limiti. Come dice ancora p. Ermes Ronchi Santo è l’uomo
esagerato, che non si arrende alla mediocrità. Ama la vita, ma è innamorato
dell’impossibile.
E’ proprio vero, l’abbiamo visto e lo vediamo nella storia
passata e in quella presente: solo i santi spostano i confini, solo i santi
riescono ad andare oltre, ad abbattere le barriere, a dar vita all’impossibile,
grazie alla genialità dell’amore e della speranza.
IL BATTELLO DELL’IMPOSSIBILE
Il corteo dei maestri, e ancor più dei testimoni, è numeroso.
E questo fonda la speranza. Milioni di persone che ogni giorno partecipano alla
navigazione del battello dell’Impossibile nelle acque e nel fango del pianeta
terra. Ecco, questi "capitani di lungo corso", con i loro "marinai" e con coloro
che sotto coperta "sbucciano patate e cuociono fagioli", pensando e contemplando
Dio, indicano il "non ancora". Vivendo però il "già". E io credo che siano
tanti, veramente tanti … (Paolo Giuntella, Il fiore rosso)
Molti ne ho conosciuti anch’io su questo splendido "battello"
del Suffragio, uomini e donne che, nonostante tutto, fanno della loro vita una
vita bella, di quella bellezza che - come dicevano gli antichi - è la giusta
mescolanza di finito e infinito. Uomini e donne che nelle braccia di Dio
danzano.

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