SCOLPITI DALLA PREGHIERA


Una decina d'anni fa, quando ero parroco a Monza, avevo scritto questo testo sulla preghiera per la catechesi con gli adulti. Lo propongo anche a voi. Eccone la prima parte.

LA STORIA DI UN GIRASOLE

C'era una volta in un giardino un girasole che, secondo una vecchia abitudine, dalla mattina alla sera girava la sua grande faccia guardando e seguendo il sole nel suo cammino.
Gli altri fiori del giardino, che pure erano belli e profumati, si rassegnarono ad avere vicino quella pertica che pareva volesse dare la scalata al cielo, ma non gli perdonavano quella sua fissazione di non voler staccare la faccia dal sole.
Un giorno un garofano rosso si fece coraggio e gli chiese: "Perché guardi sempre verso l'alto? Forse noi ti diamo fastidio?".
E i girasole a lui : "Oh, no! lo sono felice di essere vicino a te e a tutti questi bei fiori, mi piace il vostro profumo e la vostra compagnia ma non posso staccare gli occhi dal sole: ne sono innamorato! Tu sai cosa vuoi dire essere innamorato? lo seguo il sole nel suo cammino, mi lascio scaldare e illuminare da lui, di notte non dormo perché penso a lui, vorrei alzarmi ancora di più per potergli correre dietro ... io lo amo tanto e mi lascio amare da lui ... ! ".
Da quel momento tutti i fiori del giardino, che oramai avevano capito, presero a chiamare il girasole così: "l'innamorato del sole".

Così è il cristiano quando ha capito che il "sole" della sua vita è il Dio di Gesù Cristo.

PREGHIERA:
MOMENTO NECESSARIO DELLA VITA CRISTIANA

Essere cristiano e pregare sono la stessa cosa.
Queste parole sono state pronunciate da uno dei più grandi teologi moderni, Karl Barth. E la ragione è molto semplice: il cristiano non si fa senza la preghiera, perché il cristiano non sta in piedi senza la preghiera: la preghiera è la forza che lo tiene su, è la forza di Cristo, che lo fa essere di Cristo.
La preghiera cristiana ha un solo fondamento, una sola ragione: la certezza di parlare a Qualcuno che ci cerca, ci ama, ci fa la corte", ci ascolta: il Dio di Gesù Cristo.
Ma non occorre mai dimenticare che parlare della preghiera cristiana è anzitutto parlare del cristiano, della vita cristiana, perché la preghiera è solo un momento, anche se un momento necessario della vita cristiana.

E' un momento perché il culto che vuole Dio è la nostra vita, il nostro cuore. Ce lo insegna chiaramente S.Paolo:

Vi esorto dunque fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio: questo è il vostro culto spirituale. (Rm 12, 1)

Proprio per questo per un cristiano non si può dare opposizione fra culto e vita.
Spesso ci lamentiamo che Dio è assente nei pochi minuti che ogni giorno gli riserviamo quando preghiamo ma, che ne è delle altre ventitre ore e mezzo durante le quali Dio bussa alla nostra porta e noi gli rispondiamo non posso, sono occupato, mi spiace? (A. Bloom)

E' un momento necessario: per dire questa necessità qualcuno ha felicemente detto che la preghiera è il respiro dell'anima, è il termometro della fede di un cristiano: il grado della nostra preghiera è il grado della nostra fede, la forza della nostra preghiera è la forza della nostra speranza, il calore della nostra preghiera è il calore della nostra carità.

San Francesco di Sales era solito dire, in modo paradossale ma indicativo e pungente:
Bisogna pregare almeno mezz'ora al giorno, tranne quando si è molto impegnati: allora bisogna pregare un'ora ...

Sentite poi cosa rispondeva Federico Ozanam, il fondatore della San Vincenzo, a chi gli chiedeva:"Perché ogni mattina perdi tempo a Messa?" "Perché altrimenti perderei la giornata"

A chi ci ama e si ama si dà tempo: così deve essere con Dio.
La preghiera, quando la religione è un amore, non è più un "dovere", ma un'esigenza che chiede tempo, fedeltà, fantasia, stupore, riti ... come l'amore ...
E allora non diciamo: "mi manca tempo", diciamo piuttosto: "mi manca l'amore ...
Può darsi che qualche volta ci capiti di non avere "voglia" di pregare: in questi momenti Dio ci chiede soltanto di lasciarci amare, di rimanere ugualmente fedeli, in silenzio, davanti all'Eucarestia o davanti a un Crocefisso certi che ... certi fiori possono nascere anche nella spaccatura delle rocce o nell'aridità del deserto ...
Anche quando la speranza sembra sparire la preghiera è indispensabile.
Ecco quello che ci dice Gandhi:

La preghiera mi ha salvato la vita. Senza di essa sarei pazzo da molto tempo. Ho avuto la mia porzione delle più amare esperienze pubbliche e private, che mi gettarono in una temporanea disperazione. Se riuscii a liberarmi da questa disperazione fu grazie alla preghiera.

ENTRARE NELLA PREGHIERA DA POVERI

Bisogna entrare nella preghiera da "poveri", cioè da persone che si riconoscono incapaci di pregare.
Ogni giorno dobbiamo "mormorare", come gli apostoli, "Signore, insegnaci a pregare!", insegnaci a dare del Tu a Tuo Padre, a vedere in ogni uomo un fratello.
Ed è alla scuola di Gesù che impareremo ...
Impareremo innanzitutto a fare silenzio: il primo gradino per entrare concentrati nella preghiera.

Impareremo a riconoscere che la soluzione dei mistero della vita è fuori e non dentro di noi, è in Dio.
Impareremo a pregare, prima con le nostre parole, con la Bibbia e in particolare con i Salmi.
Impareremo a vivere la preghiera come l'accogliere una Presenza: il Dio di Gesù Cristo, lo Spirito Santo.
E' questo un atteggiamento che trovo ben espresso nella vocazione del profeta Samuele quando a Dio risponde: "Parla o Signore che il tuo servo ti ascolta!".
Parole così diverse da quelle che noi solitamente pronunciamo: Ascolta o Signore che il tuo servo parla!
Troppo spesso tanti di noi vivono la preghiera come "qualcosa da dire o da dare a Dio" ed è questo forse il motivo per cui tante volte preghiamo male: al centro della nostra preghiera ci siamo noi mentre il vero protagonista, Dio, è assente.
Per pregare in modo più vero e profondo occorre ridare spazio a questa dimensione dell'ascolto, dell'accoglienza, del ricevere; bisogna riscoprire il ruolo dello Spirito Santo nella vita cristiana e nella preghiera.
La nostra preghiera diventerà allora canto, ringraziamento, lode, gioia, qualche volta grido, qualche volta pianto. Sarà il nostro pellegrinaggio quotidiano alle soglie del mistero.
E alla scuola di Gesù impareremo che pregare è lottare con Dio, è convertirsi, è affidarsi, è consegnarsi fiduciosi nelle Sue mani dicendo: "Signore, sia fatta la tua volontà! " ...


l'informatore parrocchiale - ottobre 2002
 

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