I REGALI DELLA PASQUA

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Capita sempre di primavera, la Pasqua. Ti sembra che l’inverno non debba mai finire e invece tutto si risveglia, riprende a vivere, a fiorire, tutto riprende colore, luce, calore.
Capita sempre di primavera, la Pasqua, ma quella che ci regala la Pasqua è una primavera che non cede più il passo all’inverno.
Pasqua è quella promessa che abbiamo in dono che scuote le fondamenta della storia, della nostra storia e che insieme è capace di trasfigurare, di sovvertire il presente.
Perché Pasqua è la storia di un uomo, di un crocefisso risorto, di un Dio dell’impossibile e dell’incredibile …

Tutta la nostra fede e la nostra speranza si aggrappano a quest’uomo crocefisso risorto che si fa incontro di nuovo ai suoi discepoli in quello splendido, indimenticabile, insuperabile mattino di Pasqua di venti secoli fa. E che si fa incontro anche a noi oggi, sempre nuovamente, offrendoci tutto di lui, offrendoci l’audace speranza di una vita che non sarà sconfitta dalla morte e la certezza che l’amore è l’unico vero nemico della morte, l’unico a resisterle, l’unico a vincerla.
Eppure, come qualcuno ha scritto, molti cristiani vivono la loro fede in ritardo di tre giorni. Sono rimasti fermi, inchiodati al venerdì santo …
Per questo prego, per me e per ciascuno di voi, perché siano vere le parole di papa Benedetto XVI che ho trascritto sul cartoncino augurale di questa Pasqua:

La risurrezione ci ha raggiunti ed afferrati.
Al Signore risorto ci aggrappiamo
e sappiamo che Lui ci tiene saldamente
anche quando le nostre mani si indeboliscono.
Ci aggrappiamo alla sua mano
e così teniamo le mani anche gli uni degli altri

Capita sempre di primavera, la Pasqua. Perché la primavera ha profumo di miracoli ... Un verso famosissimo del poeta Pablo Neruda recita così:

Voglio fare con te
ciò che la primavera fa con i ciliegi

E’ il miracolo dell’amore che tutto fa rinascere, che tutto trasfigura, che tutto solleva, che tutto fa guardare con occhi nuovi. E’ il regalo dell’amore.
Sogno che la Pasqua sia per me e per voi questo miracolo, questo regalo inaudito.

IL REGALO DI UN ABBRACCIO

Potrà parervi disperante questo Dio disarmato. Invece che cosa c’è, riflettendoci bene, di più consolante di questa solidarietà non di forza e di giustizia, ma di compassione e di amore? E in verità è questo, semplicemente, amico mio: la croce di Dio ha voluto essere il dolore di ciascuno e il dolore di ciascuno è la croce di Dio.

(M. Pomilio, Natale 1883)

Lì, ai piedi di questa croce, ai piedi del crocefisso deponiamo tutto il male che ci afferra, tutto il dolore che ci trapassa, tutta la paura che ci pietrifica, tutte le domande che ci assediano, tutte le parole che rimangono inespresse, tutte le risposte che vorremmo.
Lì deponiamo la nostra disperazione e il nostro turbamento, la nostra fede e la nostra speranza. E proprio lì, col nostro sguardo fisso negli occhi del nostro Dio morente possiamo trovare inimmaginabile forza, possiamo sentirci abbracciati.

Fissate attentamente la croce. Gesù ha il capo chino: per baciarci. E poi ha una piaga aperta, grande, proprio nel cuore. E’ così ampia perché vi possiamo entrare senza paura. Il suo cuore è sempre aperto perché vi possiamo entrare e scoprire il suo amore per noi.

(Madre Teresa di Calcutta)

E’ un abbraccio che chiama e chiede altri abbracci. Perché le nostre ferite possono essere delle feritoie, delle fessure che permettono al nostro io migliore, quello sognato da Dio, di uscire allo scoperto. Perché chi sperimenta il mistero più grande e delicato, il mistero del dolore, si fa vulnerabile e non può che desiderare il bene per tutti.
Il pianto non lascia tranquilli … che in questa Pasqua e ogni giorno il pianto di chi ci circonda non ci lasci tranquilli e, se posso dirlo, non lasci tranquillo il nostro Dio e che il pianto del nostro Dio in croce non ci lasci tranquilli ...

IL REGALO DI UN’AUDACIA

Se il poeta Ungaretti ha potuto scrivere in modo mirabile

Si sta come d’autunno
sugli alberi le foglie

con la Pasqua abbiamo l’audacia di dire

Si sta come di primavera
sugli alberi le gemme

Ovvero tutto può sempre ricominciare, si può sempre risorgere, possiamo davvero lasciarci illuminare e trasfigurare dall’incredibile annuncio della resurrezione di Gesù, il mondo può esserne illuminato e trasfigurato. Perché se lasciamo penetrare nell’intimo del nostro cuore questo annuncio, il nostro vivere quotidiano, la nostra capacità di amare ne saranno plasmati.
E se la Pasqua sembra essere un paradosso, allora può essere testimoniata e narrata solo da vite "paradossali", da uomini e donne con il mattino di Pasqua nel cuore, con il calore, la forza e la concretezza della speranza addosso, per sé e per tutti.
Proprio a delle donne così affido i miei auguri a tutti voi:

Un chiarore, complice la luna,
indica loro stralci di sentiero.
E vanno le donne di ieri,
nottetempo,
provviste di olii profumati
e coraggio inaudito ...
Osano infrangere
leggi di forza e di morte.
Vanno, anzi no, corrono le donne di ieri
per smuovere il masso dalla tomba
per lenire ferite indelebili
per profumare il corpo straziato
del loro Maestro.
Da allora,
continuano ad andare le donne di oggi
con la stessa passione
delle donne di ieri.
Vanno sotto gli occhi increduli delle stelle.
Vanno,
e nell'intimo un presentimento
antico e sempre nuovo:
la loro audacia
obbligherà il Dio della Vita, oggi, come ieri,
a ripetere il miracolo,
a svuotare i sepolcri,
a inventare risurrezione ...
e affidare loro anche oggi, come ieri
la prerogativa di raccontare al mondo
la Bella Notizia e cantare,
nel cuore dell'umanità,
inni alla vita che non muore.
(Elisa Kadanè)



l'Informatore parrocchiale aprile 2009

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