
2008 MESSA DELLA NOTTE di NATALE
Is 2,1-5; Sal 2; Gal 4,4-6; Gv 1,9-14

Nel libro "Conversazioni notturne a Gerusalemme" si
può trovare a pag. 11 questa domanda rivolta al cardinale Carlo Maria
Martini:
Quale domanda rivolgerebbe a Gesù, se ne avesse la
possibilità?
Gli domanderei se mi ama, nonostante io sia così
debole e abbia commesso tanti errori; io so che mi ama, eppure mi
piacerebbe sentirlo ancora una volta da lui.
Ecco in questa liturgia stupenda della Messa nella notte del
Natale il Signore Gesù sta dicendo ancora una volta al cardinale Martini e a
ciascuno di noi "Ti voglio bene".
In questa omelia tenterò di scavare dentro questo "ti voglio
bene" di Dio.
C’È UNA CERTEZZA DA COLTIVARE
Non ho più dimenticato un passo di un’omelia di un vescovo
profeta e poeta a me molto caro, don Tonino Bello, che commentava questo
passo famoso del profeta Isaia
Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da
non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se ci fosse una
che si dimenticasse, io invece non ti dimenticherò mai. Ecco, ti ho
disegnato sul palmo delle mia mano. (Is 49,15-16)
così
Quando ero scolaro, quando non ricordavo le capitali
delle regioni e c’era l’interrogazione, me le scrivevo sulla mano. E
interrogato, rispondevo.
Così il Signore: Non ti dimenticherò perché ho
scritto il tuo nome sul palmo della mia mano.
Questa è la certezza da coltivare: la vicinanza di Dio
Ciascuno di noi, se è credente cristiano stanotte ha il dono
di vivere questa certezza: io sono nel cuore di Dio, perché Dio si è
fatto uomo per me, per amore.
C’È UNA SCELTA DA FARE
C’è un quadro famoso che rappresenta Gesù in un
giardino buio.
Con la mano sinistra alza una lampada che illumina la scena,
con la destra bussa ad una porta pesante e robusta.
Quando il quadro fu presentato per la prima volta ad una
mostra, un visitatore fece notare al pittore un particolare curioso.
"Nel suo quadro c’è un errore. La porta è senza maniglia."
"Non è un errore" rispose il pittore. "Quella è la porta del
cuore umano. Si apre solo dall’interno".
Stanotte ancora una volta Dio ci sorprende con la
follia del suo rimpicciolirsi in un Bambino – l’infinito in un bambino! - con il
dono dell’Eucarestia, e aspetta la risposta della nostra libertà, del
nostro cuore.
Il Dio cristiano non ci costringe alla fede perché sa che la
fede è figlia della libertà.
Dio ci propone il suo amore, il suo progetto di vita e
felicità e aspetta.
Questa è la scelta da fare: la scelta della fede, della
fiducia, dell’amicizia con Gesù Cristo.
C’È UN’AMICIZIA DA CONSERVARE
Ho trovato scritto:
E’ una famiglia molto potente ma non ha rapporti con la mafia.
La madre ha conoscenze molto in alto ma non
ne ha mai approfittato.
Il padre ha lavorato tutta la vita ma non ha
mai preso una tangente.
Il figlio ha frequentato gli ambienti
peggiori ma è rimasto pulito.
Poteva avere tutto ma ha dato tutto per gli
altri.
Teneteveli con voi la notte di Natale.
Di famiglie così ne sono rimaste poche. (Da
"Il Giorno" 23,12.1992)
Faccio mio questo invito e lo passo con urgenza a ciascuno di
voi presente a questa Messa di mezzanotte: tenete con voi Maria, Giuseppe e
Gesù.
Stanotte e sempre, nella vita di ogni giorno.
C’È LA VITA NOSTRA E DI TUTTI DA FAR FIORIRE
Celebrare la nascita di Cristo è celebrare la nostra
rinascita.
Quando il Natale diventa ciò che deve essere – cioè amicizia
con Gesù di Nazareth, incontro con Dio, diventa ospitare Dio "Io ho nel cuore
Dio" – la presenza di Dio in noi ci fa rinascere
ci fa figli di Dio (Gv 1,12) che è bello tradurre
così: L’uomo è un albero capovolto le cui radici sono in cielo
capaci di dire a Dio "Abbà" (Gal 4,6)
capaci di meraviglie, di fraternità
Natale è la scoperta che il cristiano non ha nemici ma solo
fratelli, solo compagni di viaggio. Ce lo ricorda Isaia 2,3-4 quando
profetizza:"venite, saliamo sul monte del Signore… e "Spezzeranno le
loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci".
E’ questo un richiamo attualissimo a questo mondo che si è
fatto improvvisamente e in così poco tempo vecchio, violento e diviso.
Questa notte Dio ci guarda con gli occhi di un bambino e ci
domanda:
Quanti orecchi occorrono all’uomo del XXI
secolo
per sentire gli altri, i poveri, piangere?
Questo è il dono del Natale: il coraggio di essere il primo a
dire: ti voglio bene, ti perdono, tocca a me, ricominciamo da capo: questo è il
vero regalo da mettere sotto l’albero di Natale.
v Ecco allora il mio
consiglio cordiale in questa notte affascinante e straordinaria, per
ciascuno di noi: quei tre di cui vi ho parlato, Maria, Giuseppe e Gesù.,
teneteli con voi, non solo la notte di Natale ma sempre, ogni giorno.
v E questo è il mio augurio:
in questa notte un po’ di cielo entri dentro tutti noi e ci faccia sognatori
inguaribili ed esperti dell’impossibile
L’amore di Dio accarezzi, in particolare, stanotte chi ha il
cuore bruciato da una delusione, da una sconfitta, da un dolore, da un
tradimento, da una morte.
In questa notte un po’ di cielo entri dentro tutti noi ma
vi rimanga il più possibile.
Buon Natale!

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