NATALE 2006
S. MESSA DI MEZZANOTTE
NATALE E’ LASCIARSI AMARE DA DIO
Il Natale cristiano è l’annuncio di un fatto incredibile:
Dio si è fatto uomo, "Il Verbo si è fatto carne" (Gv 1,14) ma l’aggettivo
incredibile non va bypassato velocemente perché il fatto che Dio si è fatto uomo
è una bestemmia per gli ebrei e per i musulmani.
Natale è l’annuncio di un fatto incredibile: Dio si è fatto
uomo, Dio si è rivelato in Gesù di Nazareth, Dio è Emmanuele, Dio è con noi e
tra noi.
Questo fatto da venti secoli stupisce e commuove tanti uomini
e li fa cristiani; se stupisce e commuove stanotte noi, ci fa credenti, ci fa
cristiani, ci fa ridiventare cristiani.
Ma se il volto di Dio è il volto di Gesù Bambino, il
Natale cristiano è la smentita più evidente – una smentita facile da capire da
parte di tutti – di un Dio lontano, chiuso nel cielo e indifferente a ciò che
avviene sulla terra, o di un Dio geloso della felicità di noi uomini e di un Dio
anzitutto giudice.
Se il volto di Dio è il volto di Gesù Bambino – questo dice
la fede cristiana – non c’è nulla da temere: c’è solo da lasciarsi amare e da
amare.
L’ha capito bene il poeta Francis Jammes, autore di questo
splendido dialogo:
- O Signore, non ho, come i Magi che sono dipinti sulle
immagini, dell’oro da offrirti.
- Dammi la tua povertà!
- Non ho neppure, Signore, la mirra del buon profumo né
l’incenso in tuo onore.
- Figlio mio, dammi il tuo cuore!
Il Natale cristiano ha a che fare con il cuore, con la
libertà e il cuore di Dio, con la libertà e il cuore di ciascuno di noi, perché
all’amore si risponde solo con l’amore.
Natale è lasciarsi amare da Dio.
Lasciamoci allora prendere il cuore da questo bambino: ci
farà nuovi.
Qualcuno ha scritto che: "Noi diveniamo ciò che
contempliamo".
Fermiamoci allora in questi giorni davanti a questo Bambino e
contempliamolo – cioè guardiamolo con stupore - magari in ginocchio e Lui non
resterà muto, ci ricorderà che ciascuno di noi è Figlio di Dio (Gv 1,12), che
ogni uomo che abita la terra non è un avversario ma un compagno di viaggio, un
fratello, e che ci è regalata una vita eterna. … Questo bambino ci dice che Dio
è con noi ed è per noi: lo sappia chi in particolare in questo Natale si sente
più vicino alla croce di Gesù che alla culla di Gesù Bambino…
IL SUO NATALE E’ LA NOSTRA RINASCITA
Scrive la poetessa Alda Merini: "La fede è una mano che ti
prende le viscere e ti fa partorire". La fede nel Natale ti fa partorire, ti
fa rinascere, ti fa fiorire.
La nascita di Cristo vuole la nostra nascita, la nostra
rinascita: la vita di Gesù entra in noi e ci fa figli di Dio, di un Dio che è
Padre, cioè capaci di vivere nello spirito di Gesù – lo Spirito Santo - e del
suo Vangelo.
Non è vero, come purtroppo ha insegnato per troppo tempo una
cattiva ascesi, che quando diminuisce l’umano in noi cresce il divino, o come ha
detto qualche filosofo, per esempio Sartre che: "Dove nasce Dio, muore l’uomo".
E’ vero esattamente il contrario. Più ci abita Dio e aumenta
il divino più aumenta l’umano. Più Dio equivale a più io.
Chi incontra il Dio di Gesù Cristo, il Dio del miracolo di
Cana, è fatto capace di una vita in pienezza, una vita bella feconda,
significativa, lieta. L’amore di Gesù in noi ci guarisce il cuore e ci fa capaci
di "amare da Dio".
Mi sento oggi più che mai "messaggero di lieti annunzi" di
cui parla la 1^ lettura (Is 52,7) e non continuerei a fare il sacerdote se non
fossi convinto che Gesù che amo e il Vangelo che predico siano capaci di far
fiorire l’umano, di regalare coraggio, sogni, giustizia, tenerezza,
misericordia, perdono … a ogni credente cristiano.
Per questo sogno e mi impegno ogni giorno perché la Chiesa
che è in Milano sappia sempre più vivere la "pastorale di Cana", la pastorale
della gioia, della speranza, dell’amore.
LA STRADA DELLA FELICITA’
A Natale il cristiano maturo non si chiede "dov’è Dio? … Dio
è qui. Ma si chiede dov’è l’uomo, dov’è la generosità, la giustizia, l’amore
alla verità, il rispetto delle persone e delle cose, dell’uomo di oggi … Si
chiede: perché stravince l’egoismo? Perché c’è tanta tristezza e paura? Perché
cresce sempre più il divario tra ricchi e poveri?
Forse c’è da imparare qualcosa da un racconto conosciutissimo
che ritengo congeniale a questa notte santa:
C’era una volta un chicco di grano, giallo giallo che
sembrava d’oro.
Era un chicco un po’ vanitoso: sapeva di essere
bello. Quando venne il tempo della semina, e il seminatore prendeva il
grano a manciate per spargerlo sulla terra, il nostro chicco vanitoso si
trasse in disparte, pensando: "non sono mica matto a buttarmi nella
terra, mi sporcherei tutto: che sarà del mio colore d’oro?".
Era anche un chicco antipatico. Vedendo gli altri che
affondavano nella terra li derideva: "Ehi! Vi divertite, voi, laggiù in
mezzo al letame? Ehi, tu, è una bella esperienza quella di farsi mettere
sotto i piedi?! E per quando verrà la pioggia ce l’avete l’ombrello?".
Infatti venne la pioggia, impregnò la terra dove
stavano i chicchi di grano. I chicchi marcirono e da ogni chicco prese
vita un filo verde che divenne pianticina. Il chicco vanitoso e
antipatico assisteva perplesso allo spettacolo di ogni primavera: sullo
stelo si formò la spiga, e poi si colorò di sole, e si formarono chicchi
a decine e centinaia e migliaia per tutto il campo. Il chicco vanitoso e
antipatico divenne un chicco infelice: ormai s’era fatto vecchio di un
anno, la sua bella pelle d’oro s’era ammuffita, e di fronte allo
spettacolo del campo di grano gli venne da piangere pensando come s’era
sbagliato e capì – in ritardo ormai – la lezione.
Se stanotte resta congelata e domani resterà congelata la
potenza di amore che è in ciascuno di noi, non c’è e non ci sarà per noi un
Natale cristiano.
Concludo con UN INVITO CONTROCORRENTE:
FACCIAMOCI TANTI REGALI!
Ritengo che sia ingenuo denunciare la deriva del Natale
cristiano nel Natale consumistico: alla fin fine, non si porta a casa niente.
Forse è veramente poco quello che rimane del Natale
cristiano, ma leggo negli occhi di molta gente e nei vari regali che ci facciamo
un bisogno di amicizia, la voglia di una vita più serena, buona e bella, una
tacita preghiera.
Un regalo è ancora spesso un segno di amore, di vera
amicizia. Ed è bello amare e sentirsi amati.
Di più, sono convinto che l’amore è sempre e comunque
un’esperienza formidabile che apre la via a Dio: dove c’è amore, dove c’è
carità, lì c’è Dio.
Natale è tempo di regali: facciamoci tanti regali ma
il regalo più bello che possiamo farci stanotte non è in vendita nei negozi:
siamo noi, è ciascuno di noi.
Buon Natale!
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