CI E' VENUTO INCONTRO

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L'IMMENSO E L'INTIMO
Il PRESENTE E L'AMANTE


Finalmente Natale! Finalmente si parla di Dio! Finalmente si può "ripartire da Dio"!
Riascoltiamo la stupenda notizia del Natale, una notizia da accogliere e da ricredere ogni giorno:

Non temete,
ecco vi annunzio una grande gioia,
che sarà di tutto il popolo:
oggi vi è nato nella città di Davide
un Salvatore che è il Cristo Signore.
Questo per voi il segno:
troverete un bambino avvolto in fasce,
che giace in una mangiatoia.
(Lc 2,10-12)

Dio, l'instancabile cercatore innamorato dell'uomo, si è fatto trovare, ci è venuto incontro, in un modo tutto suo, speciale e sconvolgente, inaspettato e sorprendente: Dio un bambino!
Così ha scritto il teologo e poeta Kurt Marti:

Natale, quando Dio nel
grido del parto infranse
le nostre immagini di Dio

Sì,perché Lui che è l'immenso con il Natale si è fatto intimo, Lui il potente è l' infinitamente tenero, Lui l'altissimo è diventato vicinissimo, Lui l'infinito si è immerso nella finitezza. Per farsi trovare.
Il Natale toglie il velo dal volto di Dio e lo rivela per quello che è: un Dio che si mette dentro la vicenda dell'uomo, di tutti gli uomini, un Dio che sta dove gli uomini vivono, nascono, muoiono, amano, soffrono, sperano, perdonano, un Dio che si rivela "nascondendosi" in un uomo, un Dio che ha un volto e una storia: quelli di Gesù di Nazareth.
Un Dio amante che dice ad ognuno: sono qui per te, in te, con te, come aveva promesso:

Il Signore tuo Dio cammina con te;
non ti lascerà e non ti abbandonerà.
(Dt 31,6)

Non temere perché io sono con te;
non smarrirti perché io sono il tuo Dio.
Ti rendo forte e ti vengo in aiuto.
Io sono il Signore tuo Dio,
che ti tengo per la destra e ti dico "Non temere!".
Non temere perché io ti ho riscattato,
ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni.
Tu sei prezioso ai miei occhi.
(da Isaia cap 41 e 43)

Dio, mistero insondabile, inesauribile, indicibile a Natale mostra il suo volto nel volto di un Bambino: è un Dio che si può "prendere in braccio" ....
Auguro a tutti di essere commossi da questo Dio Bambino. Vi auguro di poter dire a quel Bambino: "Tu".
Guardate a lungo quel Bambino ma soprattutto lasciatevi guardare a lungo da Lui, lasciatelo entrare nella vostra vita, nella vostra libertà, nelle vostre scelte.
Scoprirete di avere atteso tanto di essere guardati da quegli occhi: è uno sguardo che entra dentro, che non giudica ma ama, che non acceca ma illumina, che perdona e invita.


LA SFIDA DELLA PRESENZA

Quale invito?
Il Dio Presente ci invita a farci "occupare" la nostra vita da Lui, ad essere a nostra volta presenti a Lui e presenti all'uomo.
Presenti a Lui nel silenzio e nella preghiera, nell'ascolto della sua Parola che vuole trasformarsi in vita, davanti alla Croce e all' Eucarestia, nella celebrazione dei Sacramenti ...
E presenti all'uomo.
Come ci ha richiamato il nostro Cardinale Carlo Maria Martini nell'incontro finale della "Cattedra dei non credenti" di metà novembre, quando ha detto: "occorre evitare la tentazione della fuga per vivere la sfida della presenza" nella città, in questa maledetta e benedetta città. Coi fratelli, cercando di essere gli uomini del silenzio e dell'ascolto, del dialogo e delle relazioni profonde, dell'amicizia e dell'accoglienza, dell'ospitalità e dell'operosità, della speranza e della tenerezza.
E' ai cristiani che è affidato il compito di sognare e realizzare i sogni di Dio, di vivere ciò che si canta, di essere riflessi di quella luce che ha squarciato il buio quella notte a Betlemme e il buio di tante altre notti. Come ci comunica questo squisito raccontino:

Quali luci c'erano in Chiesa?",
chiese una catechista ai bambini.
"I lampadari", disse uno.
"Le candele" disse un altro,
"il lumino rosso del tabernacolo",
aggiunse un altro ancora.
"Le finestre", dissero infine.
I bambini poi tacquero.
"Qualche altra cosa?"
chiese ancora la catechista?
Un bambino alzò la mano e disse:
"Sì, gli occhi delle personel"

E' di questa luce che tutti noi abbiamo bisogno. E' questa luce che portiamo dentro, grazie al sogno che Dio ha su ciascuno di noi. A volte basta poco perché la si veda.
Che il Natale porti davvero luce e forza a tutti.
Un augurio dal cuore a ogni persona di questa comunità parrocchiale che mi è stata affidata e che giorno per giorno sta diventando sempre più "il mio amore".




l'Informatore parrocchiale, Dicembre 1995

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