LA QUARESIMA E' UN DONO

NO A UNA QUARESIMA IPOCRITA

Laceratevi il cuore e non le vesti (Gl 2,13)

Dire no a una Quaresima ipocrita vuole dire ridare alla Quaresima la sua verità, vincendo il rischio di esprimersi in bugia nel celebrare. Può capitare che per quaranta giorni noi ci esprimiamo in bugia nel celebrare, vivendo una specie di doppio binario: in chiesa parliamo di deserto, digiuno, conversione, perdono, opere di carità e fuori chiesa, nella vita quotidiana, tutto segue un altro binario, un'altra mentalità, un'altra logica.

NO A UNA QUARESIMA SUPERFLUA

Occorre superare la tentazione di poter fare a meno della Quaresima - "tanto non cambia niente" - altrimenti la Quaresima resta inosservata. La Quaresima non serve a un cristianesimo del buonsenso, a un cristianesimo mediocre.
Un giorno un principe chiese al papa Benedetto XV: Perché la Chiesa ha stabilito una Quaresima sola di quaranta giorni? Non sarebbe stato meglio stabilirne quattro di dieci giorni ciascuna da celebrare una per stagione? Il papa rispose: In questo caso i fedeli avrebbero fatto quattro carnevali e neanche una Quaresima!

TEMPO DEI "PERCHÈ" E DEI "PER CHI"


Un taglialegna stremato di fatica
continuava a sprecare tempo ed energie
tagliando la legna con un'accetta spuntata,
perché diceva di non avere tempo per fermarsi
ad affilarne la lama. (Anthony De Mello)

È il tempo dei perché e dei per chi, degli interrogativi fondamentali su Dio, sulla vita, sulla morte, sull'amore, sul dolore, sulla Pasqua che è amore e dolore insieme.
È il luogo in cui vivere la realtà di un incontro, di una conoscenza, di una accoglienza più vera di Gesù Cristo e del suo Vangelo.
Quaresima è il tempo del "fermarsi", dell' "affilare le lame" ...

LA QUARESIMA HA UN CENTRO:
LA PASQUA DI GESU'

MIRANDO ALLA GIOIA, SI SOTTOPOSE ALLA CROCE
(Eb 12,2)

La Quaresima si è aperta con un pizzico di cenere versata sulla nostra testa, accompagnato da un accorato avvertimento: "Convertitevi e credete al Vangelo" cioè: fondate la vostra vita sul Vangelo.
La Quaresima deve sì richiamarci alla caducità della vita, alla fragilità della vita - "Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai" - deve sì richiamarci alla necessità dell'ascesi, della penitenza, perché altrimenti si resta sempre eterni bambini, canne che si agitano secondo il vento della moda, ma soprattutto la Quaresima va letta come uno straordinario Vangelo, come Buona Notizia, come un grande annuncio di vita e di speranza, di liberazione, di rinnovamento e di crescita.

Lasciatevi riconciliare con Dio (2 Cor 5,20)

Al centro della Quaresima deve stare Dio, la sua misericordia - Dio è un "oceano di misericordia" - la Pasqua di Gesù.
La Quaresima non deve essere 'dominata' dall'aspetto ascetico, dalla rinuncia, dalla proibizione, ma deve essere dominata dall'aspetto teologico, dalla Pasqua, dal battesimo: prima sta Dio, prima sta la grazia, prima sta il Vangelo, prima sta il sacramento e poi sta la morale cristiana e l'ascesi cristiana.

La Quaresima è e deve diventare il tempo dello stupore per le parole di Gesù, per i gesti di Gesù, per la Pasqua di Gesù, per la sua morte, per la sua resurrezione.
E quando un cristiano ammira Gesù, le sue parole, i suoi gesti, la sua Pasqua, si lascia condurre, a poco a poco, a ripetere, a diventare memoria delle parole, dei gesti di Gesù.

E questa è la conversione: uno è così affascinato da Gesù, dalla sua vita, dalla sua vicenda, dalle sue parole che dice: vorrei essere anch'io così, parlare così, sentire così, agire così, essere libero così verso le cose, verso le persone, capace di amare e di perdonare così.
La Quaresima va vista come esodo, come liberazione, come cammino verso la libertà e verso la carità, verso la Pasqua, cioè verso il diventare uomini nuovi: più rimandiamo la nostra conversione, più la nostra vita cristiana sopravvive ma non vive. Ed è peggio perché i nostri difetti, i nostri limiti aumentano sempre di più. Più rimandiamo la nostra conversione, più rimandiamo la nostra liberazione e la nostra felicità.

Se stanno queste cose, il tempo di Quaresima è allora un tempo di grazia, è un tempo di liberazione, è un tempo di crescita, è un cammino di conversione.
È la primavera di noi cristiani e della Chiesa.

Ma tutto questo può capitare e capiterà ad una condizione: se tutti noi vivremo e metteremo in pratica:

Laceratevi il cuore e non le vesti,
ritornate al Signore nostro Dio,
perché egli è misericordioso e benigno. (Gl 2,13)

Laceratevi il cuore ... il cambiamento va fatto lì, nel cuore. È lì che noi vogliamo cambiare.
Noi siamo disposti a stracciare le vesti, a cambiare qualcosa, a pregare un po' di più, a donare un po' di più, a fare piccoli lavori di 'maquillage', di trucco, ma non basta!
"Laceratevi il cuore" ... dobbiamo lì operarci, con il 'bisturi' della Parola di Dio, del Vangelo.

la QUARESIMA e' UN CAMMINO

Non mercanteggiare con Dio:
limiteresti la tua gioia

NUOVI QUADRI ALLE PARETI DEL CUORE

La Quaresima è innanzitutto un cammino verso l'Altro che è Dio:

La contemplazione quotidiana del Vangelo e la ripetizione attenta di una preghiera possono influenzare profondamente la nostra vita interiore. La nostra vita interiore è come uno spazio santo che deve essere tenuto con cura e decorato in modo appropriato.

Dopo aver trascorso alcune settimane ripetendo lentamente le parole di Paolo, "l'amore è paziente e benigno; l'amore non è invidioso; l'amore non cerca il proprio vantaggio", queste parole cominciarono ad apparire sulle pareti della mia dimora interiore un po' come un certificato di laurea nello studio di un medico.
Col passare degli anni molti nuovi quadri sono apparsi sulle pareti della mia dimora interiore. Alcuni rappresentano delle parole, altre dei gesti di benedizione, di perdono, di riconciliazione e di guarigione. Molti rappresentano dei volti: i volti di Gesù e di Maria, i volti di Teresa di Lisieux e di Charles di Foucauld ...
E' molto importante che la nostra dimora interiore abbia dei quadri alle pareti, quadri che consentano a coloro che entrano nella nostra vita di aver qualcosa da guardare, che dica loro dove sono e dove sono invitati ad entrare. Senza preghiera e senza contemplazione le pareti della nostra dimora interiore rimarranno povere e pochi ne saranno ispirati.
(Henri Nouwen, Vivere lo Spirito)


DALLA TESTA AI PIEDI

Ed è un cammino verso gli altri.
Indimenticabile una lettera pastorale di mons. Tonino Bello per la Quaresima dal titolo "La Quaresima: dalla testa ai piedi".

È un po' strana la Quaresima, comincia, e io ho intitolato scrivendo a quelli della mia Diocesi una lettera, "La Quaresima dalla testa ai piedi".
Dalla testa con quello shampoo della cenere che ci viene fatto il mercoledì santo e va a finire ai piedi, alla lavanda dei piedi, perché sapete che dopo la lavanda dei piedi finisce la Quaresima, ed incomincia il Triduo Pasquale.
"Dalla testa ai piedi": un cammino abbastanza lungo, non il metro e mezzo oppure due metri, quando siamo alti, si tratta di andare dalla testa propria ai piedi degli altri, quindi un cammino lungo, molto lungo.
Cenere e acqua, gli ingredienti del bucato di una volta. Penitenza, cioè, e servizio.

Ma don Tonino fa notare in maniera acutissima che occorre andare non dalla nostra testa ai nostri piedi, ma dalla nostra testa ai piedi degli altri. E questo è un cammino lunghissimo, difficilissimo, perché scrive :

In questo momento di cultura individualistica e narcisistica il pensare agli altri ci costa molta fatica. Siamo così stanchi ora di sera, sono così pesanti i rapporti, il cuore in alcune zone è arido e congelato per cui siamo incapaci di guardare gli altri.

GUARDA LA CROCE,
SOGNANDO IL MATTINO DI PASQUA

Nel cammino guarda la Croce, a lungo.
La Croce parla: dice la verità del nostro Dio, dice la carità del nostro Dio.
Guarda a lungo la Croce e le nostre croci avendo negli occhi e nel cuore il mattino di Pasqua!

Tutti gli uomini sognano, ma non allo stesso modo.
Coloro che sognano di notte, negli oscuri meandri della mente, si svegliano di giorno per scoprire che tutto era immaginario; ma i sognatori diurni sono uomini pericolosi poiché possono cercare di realizzare i loro sogni ad occhi aperti ...
(Lawrence d'Arabia)

Il cristiano accoglie il mattino di Pasqua, il cristiano "conosce" il mattino di Pasqua, il cristiano sogna tutti i giorni ad occhi aperti il mattino di Pasqua: per questo è l'uomo della speranza.
Il cristiano crede nel mattino di Pasqua, sa che tutto può ricominciare e sa trovare l'alba nel tramonto. Per questo mirando alla gioia noi ci sottoponiamo alla Quaresima: perché siamo certi che "la vita donata non muore".

don Mirko Bellora
parroco di S. Maria del Suffragio in Milano

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