
Il sonno della ragione genera mostri
DOMENICA 24 SETTEMBRE 2006
XXV DOMENICA PER ANNUM "B"
Sap 2,12.17-20; Sal 53; Gc 3,16-4,3; Mc 9,30-37
Nel suo viaggio verso Gerusalemme, Gesù istruisce i suoi
discepoli sottoponendoli a una specie di esame.
I risultati della verifica sono ampiamente deludenti: il
suo messaggio non è compreso nei suoi punti più qualificanti.
Marco annota amaramente:
I suoi discepoli però non comprendevano queste parole
e avevano timore di chiedergli spiegazioni (Mc 9,32)
I discepoli camminano con Lui ma hanno nel cuore altri
desideri, altri sogni, altri valori.
Mentre Lui parla di croce, della sua Pasqua, di amore,
servizio, umiltà, loro discutono chi tra loro sia il più grande.
E Gesù che cosa fa? Si siede, li chiama e dice
loro:
Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e
il servo di tutti (Mc 9,35)
E per spiegare meglio questo nuovo stile di vita, dove
l’esperienza della fede in Lui esige lo stile del servizio, la cura e la premura
per l’altro, Gesù fa un gesto preciso di rottura, un gesto simbolico:
E, preso un bambino, lo pose in mezzo e
abbracciandolo disse loro: "Chi accoglie uno di questi bambini nel mio
nome, accoglie me" (Mc 9,36-37)
E’ un gesto di rottura, è un gesto simbolico carico di novità
e di significato perché il bambino non era tenuto in alcuna considerazione nella
società di quel tempo.
E su questo stile di vita da assumere, da far proprio da
parte del discepolo, Gesù tornerà prima di morire - quasi a testamento - quando
prese un catino, si mise a lavare i piedi ai suoi discepoli e poi disse loro:
Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i
vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho
dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. (Gv
13,14-15)
Il dramma è che questa incomprensione delle parole
e dei gesti di Gesù è continuata nel corso della storia.
Anche oggi molti cristiani camminano "con Gesù", frequentano
le chiese ma hanno nel cuore altre parole, altri desideri, altri sogni, altri
valori.
L’ha detto causticamente p. Ernesto Balducci:
Abbiamo piantato la croce sulle cime delle montagne e
su tutti i colli, l’abbiamo messa a tutti i crocicchi, l’abbiamo appesa
in tutte le camere e le aule (e perfino nelle stanze in cui si tortura).
Ma non possiamo dire di aver imparato la logica del Crocefisso.
Siamo oggi chiamati a imparare e a vivere la logica del
crocefisso, del dono di sé ma anche oggi troppo spesso si ripete la
penosa scena del Vangelo di oggi e della comunità di Giacomo (2^ lettura).
Giacomo scrive in particolare
Dove c’è gelosia e spirito di contesa,
c’è disordine e ogni sorta di cattiva azione (Gc
3,16)
Brama di primeggiare e di apparire, invidia, rivalità,
chiusure, aggressività .... si sviluppano anche attorno ai nostri altari, nelle
nostre comunità, oltre che nella vita di tutti i giorni.
Leggendo i nostri cuori e guardando le nostre comunità,
Gesù ripete oggi, proprio oggi, a ciascuno di noi, in
questa società individualista e a tratti crudele, dove vige la tendenza
formidabile a pensare solo a noi stessi, al proprio gruppo, ad alzare steccati,
muri, più che ponti:
Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e
il servo di tutti.(Mc 9, 35)
Questa frase è una definizione di Gesù: Lui non si è servito
dell’altro, ma ha servito l’altro..
Questa è la definizione del cristiano, che è invitato dal
Vangelo e da ogni Eucarestia a fare un "salto mortale" (morale pasquale):
convertirsi all’amore. Il cristiano deve passare dal possedere e
dall’afferrare, dall’usa e getta, al servire e al donare, a coltivare legami
buoni e duraturi.
L’invito è a passare dalle mani di Adamo nel giardino
dell’Eden alle mani di Gesù di Nazareth sulla croce.
Il cristiano non usa gli altri, non approfitta degli altri,
non mette al primo posto il proprio io, ma tutti i giorni cerca di dire più
spesso che può: tu, noi.
Chi mette al primo posto il proprio io perde se stesso, gli
altri e Dio.
La grandezza di un uomo sta nel suo cuore: stupenda
l’esperienza che ho fatto con l’Oftal nei giorni scorsi a Lourdes: ho visto la
guarigione del cuore, ho visto tante persone, specialmente tanti giovani che
hanno un cuore guarito, cioè un cuore che vede gli altri e mani convertite
all’amore, capaci di offrire cuore, tempo …
Un’ultima annotazione ricca di attualità sulla cura e premura
verso il prossimo:
Partirei da una eccezionale osservazione del teologo
ortodosso Olivier Clément:
All'origine di ogni civiltà c'è la trasformazione del
nemico in ospite
tu non sei come noi e allora ti uccidiamo,
tu non sei come noi e allora ti ascoltiamo.
Ma questo passaggio-trasformazione è molto difficile: ha a
che fare non solo con la religione, con la fede ma prima e soprattutto con la
ragione.
E’ il grande richiamo di Benedetto XVI, in una stupenda ed
esemplare lezione (i documenti vanno letti integralmente, non per sintesi!)
tenuta all’Università di Ratisbona il 12 settembre 2006: un vero inno alla
ragione.
Il papa ha detto e ridetto che la religione deve sposare non
la violenza ma la ragione e che non religione e violenza ma religione e ragione
vanno insieme.
Ragionare … laicità … è cominciare un discorso dicendo sempre
"secondo me".
Qualcuno ha scritto che il papa ha commesso una gaffe
clamorosa: il professor Ratzinger ha preso il sopravvento su papa Ratzinger.
Qualcuno ha scritto che il papa avrebbe dovuto tacere per
motivi di realismo e di diplomazia visto il clima di fanatismo che attraversa
oggi il mondo musulmano.
Adesso – hanno scritto – sono e saranno molti i cristiani
uccisi e anche il papa è in pericolo.
Chi vivrà vedrà … non so cosa capiterà ma di una cosa sono
certo: che il dialogo con l’Islam non deve essere fatto di pavidi silenzi, di
umiliazione penose e di abbracci cerimoniali ma di chiarezza e di messa fuoco
dei diritti umani.
Riguardo alle umiliazioni penose, mi è facilissimo ricordare
una meravigliosa sequenza del film "la vita è bella" di Roberto Benigni in cui
il protagonista, cercando di imparare l’inchino da cameriere, a poco a poco si
inchina letteralmente in due. Lo zio lo "rimprovera" con queste parole:
Guarda i girasoli, s’inchinano al sole. Ma se ne vedi
qualcuno che è inchinato un po’ troppo significa che è morto! Tu stai
servendo, però non sei un servo!
Due frasi della mia giovinezza mi sono tornate in mente
prepotentemente in questi giorni.
- Il sonno della ragione genera mostri (Goya – maturità 1979)
- Tra il grido, la violenza, il silenzio, scegliamo la parola (Gruppo
Donna Desio 1978)
Mi fa felice di aver fatto per tanti anni la mia ora di
religione una scuola di idee, una grande palestra per imparare a fare le domande
che contano !
Un’ultima battuta, forse eccessivamente polemica perché sono
cambiati i tempi e gli interlocutori: mi lascia perplesso, mi meraviglia che
alcuni di quelli che invitano il papa a tacere siano gli stessi che da
trent’anni si lamentano dei controversi silenzi di Pio XII col nazismo, col
fascismo, col comunismo …
Benedetto questo papa che in un tempo di passioni tristi, di
devozioni, emozioni, superstizioni, ama la ragione, sa quello che dice e lo dice
bene.
|