DON ANDREA GHETTI:
UN’ICONA DELLA PENTECOSTE

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Non ho conosciuto personalmente mons. Andrea Ghetti, parroco in S. Maria del Suffragio dal 1959 al 1980, ma avendo ascoltato tante persone, avendo letto qualcosa di lui, ma soprattutto avendo toccato con mano la sua presenza, tuttora potente e significativa nel tessuto della mia comunità parrocchiale – in particolare nel mondo dei giovani (Scout) e della caritativa – me lo immagino così: come un’icona della Pentecoste.
 
Mons. Tonino Bello ha scritto:
 
Troppe volte dimentichiamo che i simboli della Pentecoste non sono il divano, la sedia, le pantofole, la camomilla, il nostro chiuderci dentro la nostra casa, la tv accesa, ma sono il vento, il fuoco – simboli forti che indicano passione, vita, fantasia, creazione, movimento. Lo Spirito Santo ci scaraventa nel mondo. Ci vuole creature di azione, di movimento.
 
Don Andrea me lo immagino proprio così: creatura di azione scaraventata nel mondo, «con il fuoco nel cuore e ai piedi le ali».
Mi conduce a questa immagine l’omelia tenuta al suo funerale da Sua Ecc.za mons. Libero Tresoldi:
 
Un prete che non poteva essere rinchiuso in un ambito pur così bello così grande e così ricco come quello di una comunità parrocchiale. Eccolo allora pronto quando l’esigenza del servizio lo chiama là dove si manifestano le situazioni più imprevedibili e più difficili.
 
«La vita vale come dono, come servizio, come amore» è stato il suo motto e lo Scoutismo ha esaltato in maniera formidabile le sue doti, i suoi sogni. Così si descrive:
 
Lo Scoutismo a me personalmente ha dato molto. Mi ha impresso alcune caratteristiche che sono rimaste per tutta la mia vita di prete: una ricerca della verità anche se talvolta duramente pagata, capacità di iniziativa, il coraggio di ricominciare sempre da capo dopo ogni sconfitta, la gioia del servizio.
 
E nella gioia del servizio di tutti e dei poveri in particolare ha trovato Dio e ha fatto trovare Dio a molti. Come mirabilmente ci comunica questo racconto:
 
Un antico asceta orientale, noto in tutto il mondo per la sua santità, viveva circondato da alcuni discepoli che ammaestrava con i suoi insegnamenti.
Dopo tre anni di vita comune, tre di quei discepoli vollero cominciare la loro missione nel mondo.
Dieci anni più tardi tornarono a far visita al maestro. Ognuno gli raccontò la propria esperienza:
«Io – incominciò il primo con una punta d’orgoglio – ho scritto tanti libri e venduto milioni di copie».
«Tu hai riempito il mondo di carta», disse il maestro.
«Io – prese a dire il secondo con fierezza – ho predicato in migliaia di posti».
«Tu hai riempito il mondo di parole», disse il maestro.
Si fece avanti il terzo: «Io ti ho portato questo cuscino perché tu possa appoggiare senza dolore le tue gambe malate», disse.
«Tu – sorrise il maestro – tu hai trovato Dio».
 
E in un uomo della Pentecoste non poteva mancare il colore della festa e dell’amicizia: don Andrea è stato un amico splendido e prezioso. Fanno testo due testimonianze folgoranti.
La prima è di don Giorgio Basadonna che così lo salutava il 14 agosto del 1980:

Siamo qui a farti festa, Baden.
Ogni volta
che ci si incontrava con te,
era sempre una festa,
perché tu portavi
la tua nota di gioia,
di entusiasmo, di fiducia,
perché tu andavi sempre
fino in fondo
e davi coraggio e ottimismo.

La seconda, ancora più suggestiva e intrigante, è quella del suo Arcivescovo Giovan Battista Montini che così gli scriveva nel gennaio del 1962:
 
La tua solidarietà, la tua amicizia, il tuo impegno pastorale mi consolano assai e sorreggono la mia debolezza a lavorare, la mia tristezza a sperare.
 
Splendida l’umanità dolorante di Montini, invidiabile questa amicizia!
 
Nel secondo libro dei Re si racconta il rapimento di Elia in cielo:
 
Elia disse a Eliseo: «Domanda che cosa io debba fare per te prima che sia rapito lontano da te».
Eliseo rispose: «Due terzi del tuo spirito diventino miei».
Quegli soggiunse: «Sei stato esigente nel domandare. Tuttavia se mi vedrai quando sarò rapito lontano da te, ciò ti sarà concesso; in caso contrario non ti sarà concesso». (2 Re 2,9-10)
 
Io non ho visto «rapire» don Andrea ma oso chiedere al Signore: che almeno un terzo del suo spirito passi in me, parroco in S. Maria del Suffragio dal 1994.

Don Mirko
dall'Informatore Parrocchiale - luglio 2000
 

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