ALLE FONTI DELL’ACQUA VIVA : IL CORSO BIBLICO
Un sogno realizzato, una scommessa vinta … ed ecco la
gioia, lo stupore.
La domenica pomeriggio del 19 ottobre nel teatro delle Suore
Salesiane, le nostre sorelle della porta accanto, si è potuto assistere ad uno
splendido "spettacolo": tantissimi cristiani adulti, insieme, la
Bibbia fra le mani. Col desiderio di ascoltare, conoscere, capire. Sentendosi
comunità fraterna. Per la gioia di tutti.
Ed è solo l’inizio di un cammino che continuerà nei mesi
e negli anni prossimi.
Desidero far conoscere a tutti la prima parte della mia
meditazione. Eccola.
Iniziamo con oggi, 19 Ottobre 2003, il nostro cammino di adulti ... la
domenica ... per conoscere, amare e capire la Bibbia.
Iniziamo oggi una straordinaria esperienza di ascolto e di studio della
parola di Dio, di preghiera e di vita comunitaria.
Gli obiettivi che io sogno sono 3:
.1.
Crescere come Chiesa, Parrocchia, comunità,
sottomessa alla Parola di Dio.
Così scrive il biblista mons. Ravasi:
E' suggestivo che in passato i Padri della Chiesa, gli uomini, gli
scrittori spirituali ed anche tanti fedeli imparassero a memoria
pagine e pagine della Bibbia. Non si trattava di un mero appren-
dimento mnemonico, ma di un'immersione nel testo fino a pos-
sederlo, fino a farlo diventare il proprio linguaggio spontaneo, il
proprio pensiero. Non per niente in francese "imparare a memoria" si dice
"par coeur", cioè un apprendimento attraverso il
cuore, nel cuore, dal cuore. La memoria autentica è adesione, è
pagina viva in cui si incidono fedelmente le verità più care e più
feconde.
In ebraico un solo vocabolo "Shema" significa "ascoltare e obbedire".
Il vero ascolto è obbedienza, è adesione.
.2.
Crescere come comunità fraterna, corresponsabile e testimoniale
II passaggio da vivere nel nostro "percorso biblico triennale" è
> da una serie di belle conferenze sulla Bibbia (basterebbe leggersi un
libro da soli a casa)
> a una scuola di fraternità, cioè:
-
Vivere la Chiesa come relazione (la "Chiesa di carne" di don
Primo Mazzolari)
Diventare una Chiesa di adulti capaci di condividere la fede,
la speranza, la carità, capaci di testimonianza, di missione,
capaci di tessere legami, di vivere relazioni personali, fraterne,
significative, discrete e infinite.
.3.
Crescere come comunità di adulti competenti
che sanno:
> distinguere la parola di Dio dalle altre parole
Victor Hugo nel suo libro "l'Arte di essere nonno" racconta di aver
portato il nipotino allo zoo. Quando il nipote vide il coccodrillo esclamò:
"Nonno, guarda, è di borsellino"
> che la catechesi è un cammino che non finisce mai...
non ci si deve sentire mai arrivati ...
Col sapere cresce il sapere di non sapere...
Fu chiesto al rabbi Levi Isaac: "Perché in tutti i trattati della Talmud
babilonese manca la prima pagina e ognuno comincia con la seconda?"
Egli rispose: "Perché per quanto un uomo abbia studiato, deve
sempre ricordarsi che non è ancora arrivato alla prima pagina".
(Martin Buber - "I racconti dei Chassidim")
ASSENZA - PRESENZA - SPERANZA
All’inizio di novembre c’è un giorno scolpito nel cuore
di tutti : la Commemorazione dei Defunti.
Anche per il credente la morte ha un volto mostruoso,
brutale: la morte spezza tutto, spezza amori, sogni, desideri.
Anche il credente continua a martellare il cielo con tante
domande che restano senza risposta.
Anche il credente sente un’indicibile malinconia, una
terribile nostalgia per l’assenza di chi si è amato.
Ma l’angoscia, per il credente, è attraversata da una
speranza, da una Presenza: quella di Gesù di Nazareth.
E il duello tra la vita e la morte si può trasformare in un
abbraccio.
In un villaggio della Spagna, la figlia di un uomo chiese al
sacerdote di recarsi a casa sua per un momento di preghiera con suo padre che
era molto malato. Quando il sacerdote arrivò nella povera casa, trovò l’uomo
nel suo letto con il capo sollevato da due cuscini. C’era una sedia a lato del
letto, e il sacerdote pensò che fosse stata messa lì per la sua visita.
"Suppongo che mi stesse aspettando", gli disse.
"No, chi è lei?", disse l’uomo malato.
"Sono il sacerdote che sua figlia ha chiamato perché
pregasse con lei; quando sono entrato ho notato la sedia vuota a lato del suo
letto, e ho pensato che fosse stata messa qui per me.
"Ah, la sedia" , disse l’altro.
E poi: "Le dispiace chiudere la porta?" Il
sacerdote, sorpreso, chiuse la porta.
L’uomo malato gli disse: "Non l’ho mai detto a
nessuno, però ho trascorso tutta la mia vita senza sapere come pregare. Quando
andavo in chiesa ascoltavo sempre quanto mi veniva detto circa la necessità
della preghiera, come si deve pregare ed i benefici che porta... però tutte
queste cose, non so perché, mi entravano da un orecchio e mi uscivano dall’altro.
Insomma, non avevo idea di come fare. Infine, molto tempo fa smisi completamente
di pregare. Ho continuato così fino a circa quattro anni fa, poi un giorno ne
parlai con il mio migliore amico e lui mi disse:
"Pregare è semplicemente avere una conversazione con
Gesù. Ti suggerisco di fare così: siedi su una sedia e colloca un’altra
sedia vuota davanti a te, quindi con fede guarda Gesù seduto davanti a te. Non
è una stupidata farlo, perché Lui stesso ci ha detto: "Io sarò sempre
con voi". Quindi parlagli ed ascoltalo allo stesso modo in cui lo stai
facendo con me ora".
"Ho provato una volta, poi altre volte, e mi è piaciuto
talmente che da allora lo faccio almeno un paio d’ore al giorno. Presto sempre
molta attenzione a non farmi vedere da mia figlia... altrimenti mi internerebbe
subito in un manicomio".
Il sacerdote a questo racconto provò una grande emozione e
gli disse che ciò che faceva era molto buono, e lo consigliò di non smettere
mai.
Quindi pregò con lui, gli impartì la benedizione e tornò
alla chiesa. Due giorni dopo, la figlia lo chiamò per dirgli che suo padre era
morto. Il sacerdote le chiese: "È morto in pace?"
"Sì. Quando lei uscì di casa, alle due del pomeriggio,
mi chiamò. Andai da lui e lo vidi nel suo letto. Mi disse che mi amava molto e
mi dette un bacio. Uscii per delle commissioni, e quando ritornai un’ora dopo
lo trovai morto.
C’è però qualcosa di strano: poco prima di morire deve
essersi alzato e avvicinato alla sedia che era accanto al letto, infatti l’ho
ritrovato con la testa appoggiata su di essa. Lei cosa ne pensa?".
Il sacerdote, profondamente commosso, si asciugò le lacrime
dell’emozione e rispose: "Magari tutti noi potessimo andarcene in questo
modo!"
l'informatore parrocchiale novembre 2003
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