IL FIORE ROSSO

Ed eccoci al nastro di partenza!
La Comunità Pastorale "Beata Vergine del Rosario"
in Vimercate e in Burago Molgora comincia a muovere i primi passi, come un
piccolo bimbo.
E, si sa, nell’imparare a camminare ogni bimbo sa
affrontare tranquillamente e insieme audacemente mille rischi, senza temere
qualche inciampo o impaccio, qualche caduta, qualche rallentamento, perché
rialzarsi e ricominciare senza paura è scritto nel cuore di ogni bimbo,
soprattutto quando si sa amato e si sa atteso da mani aperte, da mani sicure …
So che quella della Comunità Pastorale è
un’esperienza nuova a cui tutti - sacerdoti e laici insieme - siamo chiamati, so
che è una "sfida pastorale" non di poco conto… Sarà sicuramente una sfida
avvincente ma anche vincente, perché si radica innanzitutto sulla fede semplice,
forte, creativa dei tanti cristiani che danno vita a questa comunità pastorale e
si radica su splendide realtà già presenti e operanti a ogni livello,
catechetico, caritativo, culturale, artistico …
Nel Libro della giungla di Rudyard
Kipling, il cucciolo d’uomo Mowgli riesce a vincere l’ arrogante,
cattiva tigre Shere Khan con il fiore rosso, il fuoco, un tizzone
ardente. Il fuoco non brucia Shere Khan, la allontana per sempre.
Il passaggio, di generazione in
generazione, del tizzone ardente, del fuoco della fede, del fuoco
interiore, è la strada, il cammino del popolo di Dio, da Abramo a oggi.
Non è la potenza delle pietre dei templi, la forza delle istituzioni
umane, ad assicurare al popolo di Dio il suo avvenire, ma il passaggio
di generazione in generazione, da persona a persona, di questo tizzone
ardente, del fiore rosso della testimonianza.
La storia della salvezza è un movimento
biografico. La storia della Chiesa è un movimento biografico. Un
movimento di persone.
Se Dio ha scelto questo modo per la
rivelazione della sua verità che rende liberi, se ha scelto la
dimensione persona, se ha privilegiato biografie, cioè vite ed
esperienze umane, per essere rivelato, conosciuto e contemplato, è
dunque evidente l’importanza decisiva dei testimoni nell’esperienza di
fede cristiana. (Paolo Giuntella, Il fiore rosso, Paoline)
Un movimento biografico, un movimento di persone …
ecco la storia della nostra fede, della nostra comunità pastorale … un
bellissimo fiore rosso, uno splendido tizzone ardente da passarsi di mano in
mano.
Per questo sono certo che sapremo far fronte a
questa nuova esperienza, a "sconfinare" ma, come ho già detto, chi sconfina vede
meglio. Sono certo che sapremo lasciar cadere le lamentosità per un passato che
non ritorna e trovare un coraggioso realismo capace di incidere nell’oggi. Come
ci invita a fare continuamente il nostro cardinale Dionigi Tettamanzi:
Una "semplice pastorale di conservazione",
oltre a essere sterile,
si dimostra irresponsabile e oggettivamente
"peccaminosa",
perché sorda, se non addirittura ostile,
alla voce di Dio e alla sua chiamata.
(Mi sarete testimoni)
La cosa importante - dentro questa comunità
pastorale - è sentirci un "noi", sentirsi a casa propria, una casa dove si vive
una fede che diventa appartenenza …
L'appartenenza
non è lo sforzo di un civile stare insieme
non è il conforto di un normale voler bene
l'appartenenza è avere gli altri dentro di sé.
è quella forza che prepara
al grande salto decisivo
che ferma i fiumi, sposta i monti
con lo slancio di quei magici momenti
in cui ti senti ancora vivo.
Sarei certo di cambiare la mia vita
se potessi cominciare a dire noi.
(Giorgio Gaber)
Qualcuno ha scritto che "Nel giovane brucia un
fuoco, nell’anziano brilla una luce" … Nella nostra comunità ci sarà bisogno
di questo fuoco e insieme di questa luce. Ci sarà bisogno dello stupore e del
candore dei bambini, dello slancio creativo dei giovani, della solidità degli
adulti, della saggezza degli anziani.
La cosa importante è sentirci un noi che ha tutto
il sapore di corresponsabilità.
L’ho scritto in ogni fibra del mio essere, del mio
essere prete, lo vado ripetendo da sempre e ne sono sempre più convinto:
Se io sogno da solo,
il mio è soltanto un sogno
ma, se sogniamo insieme,
il sogno diventerà realtà.
La cosa importante è sentirci un noi che non si
chiude, ma che si apre, che getta ponti …
Sono felice che un ponte sia la cifra-simbolo della
città di Vimercate! E’ un’icona che mi affascina da sempre, da quand’ero vicario
parrocchiale a Desio: il giornale della "mia" comunità giovanile si intitolava
proprio "Il ponte"… Come dice lo scrittore Erri De Luca " In edilizia si
scassano e si rifanno soffitti e pavimenti, si tirano su muri, che servono a
dividere, a isolare. Solo il ponte è un’opera cordiale, fatta per congiungere.
Il ponte è la sagoma rara dell’arcobaleno"
Spero proprio che questo "noi" diventi, come ponte,
opera cordiale, cioè opera che invita a tessere i rapporti con tutti, richiamo
all’arcobaleno che è segno dell’alleanza tra Dio e l’uomo.
Camminiamo insieme, affidati alle mani sicure di
Dio Padre e alle mani di Maria, Beata Vergine del Rosario che ha creduto
nell’impossibile di Dio.
Don Mirko
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