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LA SEDIA E LA ROSA

Ponzini (262K)

febbraio 2023
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LA SEDIA E LA ROSA

Sulla sua sedia in chiesa una rosa … qualcuno l’ha posata lì con delicata attenzione, per dire grazie a mons. Giuseppe Ponzini. Una rosa silenziosa che parla, oltre le parole. Una rosa che evoca il profumo di una vita dedicata al Vangelo, alla Chiesa, agli altri.
Che meraviglia vedere scritti sul volto di tante persone di Vimercate la riconoscenza per lui e il riconoscimento per quanto ha fatto, per il suo essersi preso cura, con naturalezza e discrezione, con affetto e senza stanchezza, di chi e di ciò che gli era stato affidato.
Il suo amore al Maestro, al Vangelo e alla Chiesa non si è mai appannato, ma è rimasto vivo e vivace ogni giorno. Il quotidiano, lungo tutti i suoi anni, non ha eroso la freschezza dell’amore. Non si è mai stancato di pensare, di sognare. Sogni concreti e diurni.
Mi sono tornate in mente queste parole:

Io effonderò il mio Spirito sopra ogni persona;
i vostri figli e le vostre figlie profeteranno,
i vostri giovani avranno visioni
e i vostri anziani faranno dei sogni.

(Atti degli Apostoli 2,17)

Il cuore giovane di don Giuseppe non si è mai rassegnato, con tenacia e inguaribile fiducia nel Vangelo. Nel prendersi cura, negli ultimi 13 anni, con passione della Caritas, nel saper ascoltare e spingere la comunità ecclesiale e civile ad ascoltare le “voci” della sofferenza, ad esprimere segni di accoglienza e occasioni di integrazione per una comunità davvero solidale.
È stato certo di Dio, come Giuseppe, lo sposo di Maria.
Come nella storia di un amore fedele, ha voluto restare e tornare a Vimercate, dove volti e luoghi erano conosciuti e riconosciuti. E amati.

Queste le parole che ho pronunciato al suo funerale, per dirgli grazie:

Carissimo don Giuseppe,
Grazie perché ci hai regalato ogni giorno, per tanti anni, il tuo amore al Maestro, al Vangelo, alla Chiesa.
Grazie per il tuo stile di prete ambrosiano! Con la tua presenza costante, instancabile, generosa, preziosa, signorile. Sei stato sempre sul pezzo, competente, mai stanco!

Così dicevi nel giugno 2021:

Devo registrare un indebolimento delle forze e in particolare, dell’equilibrio che anche voi avrete notato; non me ne lamento, perché non è nel mio carattere e anche perché il Signore mi ci ha preparato con una “parola” interiore che mi ha rivolto qualche anno fa: cerco d’esserle fedele.
Era il 12 luglio 2018: Appena terminata la Messa ho vissuto una ispirazione forte che riguardava la morte che mi ha condotto a identificarmi in Pietro a cui Gesù dice “tu seguimi” (Gv 21,22): questo “tu seguimi” ha illuminato e guidato la mia vita da allora.

E così scrivevi il 15 agosto 2022:

Come bimbo svezzato
in braccio alla Madre Chiesa credente e celebrante
Come servo operoso
in attesa del suo Signore Maestro e Redentore

… servo operoso: hai sempre lavorato! E proprio in una confidenza qualche mese prima di morire mi hai detto: don Mirko, forse dovevo lavorare un po’ di meno, ma curare un po’ di più le relazioni …

Il cristiano non pensa alla morte come a un punto, come un tutto finisce. Invece la pensa come due punti che aprono tutt’un discorso. Il cristiano sa, come abbiamo scritto nel necrologio, che “Anche se è lei a bussare io so che sei Tu a entrare”. (C.M. Martini).

Adesso il Signore Gesù, il Maestro è arrivato.
E mi è facile citare papa Francesco che al funerale di papa Benedetto ha detto così: “Padre, nelle tue mani consegniamo il suo spirito. Benedetto, fedele amico dello Sposo, che la tua gioia sia perfetta nell’udire definitivamente e per sempre la sua voce.”

E noi diciamo: “Padre, nelle tue mani consegniamo il tuo spirito. Don Giuseppe, fedele amico dello Sposo, che la tua gioia sia perfetta nell’udire definitivamente e per sempre la voce del tuo Maestro e Signore.”

Grazie ancora don Giuseppe!
Paul Claudel ha scritto così: “Quando noi pensiamo che sia giunta la fine, ecco un pettirosso si mette a cantare” … e una rosa, su una sedia, sulla tua sedia, ci regala il suo profumo. E il tuo.

don Mirko Bellora

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