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LA VALIGIA DEI SOGNI

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Jean-Michel Folon settembre 2022
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LA VALIGIA DEI SOGNI

Ben arrivato settembre!
Settembre è un mese per chi non teme di ricominciare, per chi non teme di rimettersi in gioco.
Nelle comunità pastorali è un mese di arrivi, partenze e ripartenze, anche nella nostra dove arriveranno don Davide Ciarla e don Vittorino Zoia e insieme ci lasceranno don Cristiano Castelli che saluteremo più avanti e don Luigi Stucchi.

C’è chi tra di noi ha appena riposto con dispiacere le valigie delle vacanze, ma è tempo di preparare con cura e passione un’altra valigia … la valigia dei sogni, personali e comunitari.
Per questo ho scelto come immagine di copertina una illustrazione di Jean-Michel Folon che di valigie ne ha dipinte tante, sognanti e leggere. Come questa che ha forma d’arcobaleno portata da un uomo in volo. La valigia dice viaggio, libertà, occasione, futuro, ma anche distacco, nostalgia. È un peso, ma anche un trampolino di lancio.
Nella storia dei sacerdoti sono scritti il lasciare, il partire, il ripartire ogni volta di nuovo … e non è solo questione di valigie, è questione di cuore, di affetti, di nuovi incontri, di tremore e stupore, di attesa e di sguardi, di ricominciamenti, di libertà che si rimette in gioco, di fiducia incrollabile nello Spirito Santo che ti sospinge, ti protegge e non ti lascia mai da solo.
Il “viaggio” di un prete è un po’ tutto questo: è insieme la sua povertà e la sua gioia, la raccolta di una nuova “sfida” a cui l’annuncio del Vangelo chiama.
Per questo desidero di cuore ringraziare e dare il benvenuto.

A don Davide Ciarla, che avrà a cuore bambini, ragazzi, giovani, e che so amante di calcio auguro ciò che ha scritto Osvaldo Soriano (Fútbol. Storie di calcio):

Ci sono tre generi di calciatori. Quelli che vedono gli spazi liberi, gli stessi spazi che qualunque fesso può vedere dalla tribuna e li vedi e sei contento e ti senti soddisfatto quando la palla cade dove deve cadere. Poi ci sono quelli che all'improvviso ti fanno vedere uno spazio libero, uno spazio che tu stesso e forse gli altri avrebbero potuto vedere se avessero osservato attentamente. Quelli ti prendono di sorpresa. E poi ci sono quelli che creano un nuovo spazio dove non avrebbe dovuto esserci nessuno spazio. Questi sono i profeti. I poeti del gioco.

Ti sogno così!

A don Vittorino Zoia, che risiederà a Ruginello, auguro di cuore quello che sta scritto nei suoi sogni e che ci ha scritto: rimettersi nuovamente in gioco come persona nella propria umanità di uomo e credente … la pensione per i preti non esiste! Che si senta sempre amato dal Signore, cuore seducente e pulsante della sua vita, e dalla comunità. Che i nuovi incontri lungo il suo cammino siano fonte di gioia reciproca e che questi incontri siano segni di apertura, di attenzione, del sapersi prendere cura.

Ringrazio don Luigi Stucchi che a Ruginello è stato il “falegname di Dio”, per le opere preziosissime di cui parla nel suo articolo; perché è stato prete esorcista amico dei poveri spesso non capito; per la sua fedele presenza nel confessionale del nostro santuario ogni venerdì mattino e per gli indimenticabili dialoghi con lui dopo le confessioni in cui tanto ho imparato.
Gli auguro di ritrovare con gioia la sua amata Seregno e le persone che gli hanno voluto bene al Collegio Ballerini. Siano la sua serenità, la sua forza e i suoi sogni ritrovati.

La valigia dei sogni ha a che fare anche con la nostra comunità pastorale in cui continuo “testardamente” a credere! Quella della comunità pastorale è una “sfida” avvincente: sono fermamente convinto che il realismo e il disincanto possano vivere insieme all’utopia, al sogno. Anzi, sono certo che senza utopia non ci può essere realismo. Gli inguaribili sognatori, umili e testardi, sono coloro che hanno dato il via a grandi cambiamenti. Chi bisogna temere di più sono gli “spettatori”. Per questo invito ciascuno a diventare un protagonista appassionato e tenace della nostra comunità.
E quando la stanchezza o lo scoraggiamento ci cattureranno, non dimentichiamo di coltivare questo atteggiamento interiore:

"Io non ce la faccio più ad andare avanti, Lloyd"
“Stia tranquillo, sir. Credo sia solo un piccolo blocco emotivo"
"E come posso superarlo, Lloyd?”
"Basta trasformarlo in un blocco di partenza, sir"
"Dici che ce la posso fare anche se sono a terra?"
"Certo, sir. In fondo anche i centometristi partono da inginocchiati”

Il nostro Vescovo Mario nella sua Proposta Pastorale per l’anno 2022-2023 dal felicissimo e prezioso titolo “Kyrie Alleluia Amen – Pregare per vivere, nella Chiesa come discepoli di Gesù” ci invita proprio a “partire da inginocchiati” … A pagina 9 troviamo scritto così sulla preghiera:

Ho l’impressione che sia una pratica troppo trascurata da molti, vissuta talora come inerzia e adempimento, più che come la necessità della vita cristiana. Cioè della vita vissuta in comunione con Gesù, irrinunciabile come l’aria per i polmoni.

Nel contesto di attenzione alla preghiera avremo una splendida opportunità durante il tempo di Avvento: tre serate sul primato e sulla centralità della celebrazione Eucaristica con i tre teologi vimercatesi don Norberto Valli, don Pierpaolo Caspani, don Giuseppe Como.

Senza aria non si può vivere, senza preghiera non si riesce a vivere come cristiani. La preghiera non serve solo a ritrovare la propria pace interiore o a farti stare magicamente bene, la preghiera è mettersi in ascolto del nostro Dio, è lasciare che Lui entri dentro di te con la sua forza, la sua tenerezza, il suo perdono, è respirare un po’ di cielo. La preghiera butta in aria per sempre la nostra coscienza, ci trascina nella mischia della vita. È la nostra forza quotidiana perché il Vangelo si faccia stile di vita, capacità di amare.
Immaginate che il mondo sia un cerchio, che al centro sia Dio, e che i raggi siano le differenti maniere di vivere degli uomini. Quando coloro che, desiderando avvicinarsi a Dio, camminano verso il centro del cerchio, essi si avvicinano anche gli uni agli altri oltre che verso Dio. Più si avvicinano a Dio, più si avvicinano gli uni agli altri. E più si avvicinano gli uni agli altri, più si avvicinano a Dio. (Doroteo di Gaza) … È il bellissimo frutto del vero pregare.

Ce lo ricorda padre David Maria Turoldo:

Uno dei luoghi comuni più stolti e funesti è che la preghiera sia “alienazione”, “abdicazione alle proprie responsabilità”. Chi parla così è gente che non sa nulla di cose spirituali, e ignora un fatto: che se c’è un uomo da temere, se c’è un autentico rivoluzionario, uno che non obbedisca a nessuno tranne che a Dio; se c’è uno pericoloso, questi è - in modo particolarissimo - l’uomo di preghiera. Si capisce: uomo di autentica fede e di vissuta preghiera. Come Cristo, che perciò sarà ucciso. “Passava tutta la notte in preghiera” e poi nel giorno operava. Preghiera che diventa decisione, forza operante e irresistibile. Fantasia e bellezza in azione. Luce che si fa intelligenza, forza per cambiare e per far nuove tutte le cose.

Luce che si fa intelligenza: sarà proprio il sentiero e il cuore del prossimo ciclo di ottobre dal titolo “Il diamante e il fiore di pesco” sul tema della ricerca verità, tra conformismo e sfrontata propaganda …

*****

Un detto medioevale recita così: “I virtuosi camminano, i sapienti corrono, solo gli innamorati volano” …. con la loro valigia dei sogni. Come l’uomo di Folon che fa diventare la valigia un meraviglioso arcobaleno.

don Mirko Bellora

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