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SOGNARE I SOGNI DI DIO

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SOGNARE I SOGNI DI DIO

Chi ama lo sa, sa qual è il nostro “punto debole”.
Anche il nostro Dio lo conosce …
Lui riesce sempre a trovare il punto debole nella corazza che ci costruiamo giorno per giorno e ci riapre alla fiducia, alla speranza, al ricominciare, al perdono, alla bontà, alla tenerezza, al desiderio di giustizia per tutti. Questo è quel che succede a ogni Natale, davanti al presepe e al Dio Bambino, alla Messa di mezzanotte sempre così cercata, desiderata: sui nostri occhi affiora qualche lacrima, la nostra corazza si lacera e lascia intravedere chi siamo e chi potremmo essere veramente, chi possiamo e dovremmo essere secondo il cuore e i sogni di Dio.
Per non lasciare che tutto si fermi a quegli attimi, perché tutto non sia solo la superficiale emozione di un momento, vi faccio alcuni auguri per questo nuovo inizio d’anno.

SE GUARDO IL CIELO

In questi giorni abbiamo avuto in regalo uno splendido cielo notturno. In ogni epoca, il fascino misterioso di una notte stellata ha spinto gli uomini a porsi tante domande, le stesse dell’autore del Salmo 8:

O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra:
sopra i cieli si innalza la tua magnificenza. 
Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissate, 
che cosa è l'uomo perché te ne ricordi,
il figlio dell'uomo perché te ne curi? 
Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli,
di gloria e di onore lo hai coronato: 
gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi …

L’augurio è quello di saper alzare lo sguardo per riscoprire tutta la nostra piccolezza e insieme tutta la nostra grandezza, tutta la bellezza che ci circonda e che ci è affidata; per riscoprire che siamo creature. Trovo straordinaria una tradizione ebraica che invita a tenere in due tasche diverse di un abito due diversi bigliettini. Sul primo sta scritto: “Ricordati che sei polvere e cenere”. Sull’altro sta scritto: “Ricordati che per te è stato fatto il mondo”.

LIBERARE L’IO

Si dice che ormai il primo e più importante santo del calendario del nostro tempo sia Narciso, rifacendosi a un personaggio della mitologia greca famoso per la sua bellezza, che si innamora della sua stessa immagine. Con lui vince la potenza dell’ego, il rigonfiamento dell’io, il ripiegamento su se stessi, l’indifferenza verso gli altri che porta a un di meno di umanità, di apertura. A un di meno di Vangelo.
Ce lo ricorda il cardinal Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, nel suo libro Odierai il prossimo tuo dove ha scritto così: «Aveva proprio ragione papa Giovanni XXIII, secondo quanto ebbe a riferire il suo segretario, il futuro cardinale Loris Capovilla. Papa Roncalli, poco dopo l’annuncio della convocazione del Concilio Vaticano II, disse: “Finché uno non mette il suo io sotto le scarpe, non sarà mai un uomo libero”. Solo liberando l’io dall’orgoglio l’uomo trova se stesso e diventa individuo, ma non solo: è se stesso proprio perché capace di stare insieme ad altri, senza rimanere un’isola».
Narciso si innamora della sua stessa immagine riflessa in uno specchio d'acqua, ma muore cadendo nel lago in cui si specchiava … il troppo io non ci fa più felici, anzi.

SOGNARE I SOGNI DI DIO

Dovremmo imparare da Giuseppe, lo sposo di Maria, a sognare e a vivere i sogni di Dio. Perché può darsi che Dio sia il nostro sogno, ma noi siamo il suo sogno. E come scoprire i sogni di Dio su noi, sul mondo? Pregando.
Io credo nella preghiera, nella sua forza, nella sua capacità di trasformare il nostro cuore, la nostra vita. Per questo vi invito a pregare ogni giorno. Con le preghiere che abbiamo imparato da bambini, con la lettura di una pagina evangelica, con una visita in chiesa, con la Messa ben celebrata, dentro a un po’ di silenzio cercato e desiderato. Pregare è lasciare che Dio entri dentro di noi, è lasciarsi amare da Lui. Pregare non è isolarsi dagli uomini, ma permettere che essi entrino dentro di noi. E se preghi, cammini. Vai avanti, cambi, entri in profondità.

Vanno bene per gli angeli le ali, a un uomo pesano. A un uomo per volare deve bastare la preghiera, quella sale sopra le nuvole e piogge, sopra soffitti e alberi. La nostra mossa di volo è la preghiera. (Erri De Luca, Montedidio)

Pregare è imparare a essere uomini e donne secondo il Vangelo, imparare ad amare, a costruire una società più giusta e accogliente, secondo il cuore e il desiderio di Dio. Secondo i suoi sogni.
Pregare è ascoltare, è accostare il nostro orecchio al cuore di Dio. Sentiremo queste parole, come quelle di un amante: Ascolta come mi batte forte il tuo cuore (Wislawa Szymborska).

don Mirko Bellora

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