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PER LA VOSTRA GIOIA
Rose Walton - Maria

Rose Walton - Maria

maggio 2018
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PER LA VOSTRA GIOIA

Qualche mese dopo il mio arrivo a Vimercate già vi confessavo che, fin da ragazzo, Maria, la madre di Gesù, mi aveva “stregato”, mi aveva rubato il cuore. Così l’ho pregata fin dalla mia giovinezza appassionatamente e ripetutamente, come si ripetono parole d’amore, con le parole di Paul Claudel:

È mezzogiorno. Vedo la chiesa aperta. Bisogna entrare.
Madre di Cristo, non vengo a pregare,
non ho niente da offrire e nulla da chiedere.
Vengo soltanto, o Madre, per poterti guardare.
Guardarvi, piangere di gioia, sapere questo:
io sono vostro figlio e voi siete là.
Solo per un istante mentre tutto si ferma, mezzogiorno!
Essere con voi, Maria, in questo luogo ove siete.
Non dire niente, guardare il vostro viso, lasciare che il cuore canti.

Era ed è il desiderio di imparare da Maria ad ascoltare, a lasciarci amare da Dio, a fidarci e affidarci a Dio, a essere audaci, a credere nell’impossibile a essere creatori di gioia e di relazioni. Ed è per questo che continuo a essere felice di celebrare in un santuario dedicato a Maria, con lei sopra le mie spalle, che mi custodisce, che custodisce noi tutti. Lei che non è "una statua immobile di cera, ma una sorella, seduta sulla sabbia del mondo, con i suoi sandali logori, come i nostri". (Carlo Carretto) Ed è per questo che ogni mattina presto prego per me e per voi davanti alla grotta di Lourdes nel mio giardino …

“Madre io vorrei”, uno splendido canto di don Pierangelo Sequeri che ogni volta mi commuove, dice così: Io vorrei tanto parlare con te / di quel figlio che amavi: / io vorrei tanto ascoltare da te / quello che pensavi: / quando hai udito che tu / non saresti più stata tua / e questo figlio che non aspettavi / non era per te ... Prego Maria per imparare sempre da lei a vivere la fede come amore, come fiducia, come dedizione, come gratuità, come abbandono. Così ha fatto lei col suo sì e in questo sta tutto il senso della sua vita, della sua fede: un’appartenenza che nulla toglie alla libertà e alla felicità. Anzi, è creatrice di felicità. Mi tornano alla mente queste splendide parole di don Angelo Casati:

«“Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito santo”. Pentecoste sull’uscio di casa. Pentecoste propiziata da un saluto, dentro un abbraccio. Le due donne si strinsero i grembi rigonfi, e lei, Elisabetta, già colma della sua creatura, fu colmata dallo Spirito Santo. Un abbraccio propizia lo Spirito Santo: quasi un altro sacramento. Dove c’è abbraccio, verrebbe da dire, c’è un sacramento. Pensate al fascino di questa suggestione: un abbraccio diventa pentecoste, accade il dono dello Spirito. Non nelle chiese, ma in un abbraccio tenero di donne. Mi sono detto: se pensassimo alla grazia degli incontri, i nostri, che custodiscono questa affascinante possibilità: di comunicarci reciprocamente momenti di bellezza, di entusiasmo, di gioia, di consolazione, di sostegno, di fedeltà? Accadimenti dello Spirito, occasioni di una nuova pentecoste! Forse sottovalutiamo, o raramente riflettiamo su questa realtà della vita, realtà quotidiana: la vita è fatta di incontri. Incontri che a volte si bruciano nell’arco di pochi istanti, a volte ti accompagnano lungo l’intero arco di una vita. Si può viverli, impoverendoli, impoverendoli di senso e di importanza. O si può viverli dando loro possibilità meravigliose di Spirito, di senso, di bellezza. “Che bello averti incontrato!”, ci si dice. La bellezza nell’incontro, la pentecoste nell’incontro. Saremo beati dunque se ci proporremo questa beatitudine di Maria. Una delle poche, rare, parole di Maria che ci siano rimaste nel vangelo è quella che disse agli inservienti alle nozze di Cana: “Fate quello che vi dirà”. Fatelo per la gioia del banchetto. Per la vostra gioia e per la gioia di questa terra, di questa umanità.»

Per la vostra gioia … è il richiamo, l’invito continuo del nostro papa Francesco che ritroviamo nelle sue parole, nei suoi gesti, nelle sue scelte e nelle sue esortazioni apostoliche Evangelii Gaudium, Amoris Laetitia e Gaudete et Exsultate.

Per la vostra gioia … è il “sacramento” che ogni sacerdote è chiamato a celebrare, con tutti, per tutti. Da sempre nel mese di giugno, che è alle porte, si festeggiano gli anniversari di Ordinazione Sacerdotale, quest’anno ricorderemo e festeggeremo in particolare tre sacerdoti della nostra comunità pastorale: don Silvio Villa, don Roberto Valeri e don Luigi Stucchi che ricordano rispettivamente il 65°, il 25° e il 45° della loro Ordinazione. Li ringrazio dal profondo del cuore, ognuno con i propri doni e il proprio stile di presenza. Ringrazio don Silvio che per tanti anni ha insegnato religione nelle scuole superiori, che ha il cuore legato a Vimercate, che con i suoi passettini arriva in chiesa ogni mattina, per il suo essere un autista indomabile … Ringrazio don Roberto, teologo raffinato, sempre presente in parrocchia, il vero “rettore” del nostro santuario, sempre “connesso”, con lui c’è davvero un bel rapporto nonostante la sua fede milanista … Ringrazio don Luigi per il suo essere confessore instancabile, il suo fare continuo e creativo: come san Giuseppe è davvero un falegname superlativo …

A ognuno di loro e a tutti i sacerdoti della comunità pastorale auguro di saper sempre voler bene, come diceva bene qualche anno fa il giornalista Vittorio Feltri:

Nella mia vita di miscredente non riesco a fare a meno dei preti. Non so come mai, ma alla fine, quando i discorsi sono finiti, la teologia l’ho mandata a quel paese da un pezzo, e resto con i miei dubbi, loro ci sono ancora, Non dico tutti, ma alcuni di loro non si tolgono dai piedi. Non perché vogliono convincere ma perché vogliono bene. Credono ai vari dogmi del cattolicesimo, ma soprattutto gli interessa la felicità degli altri. Loro non riescono a farmi cambiare idea, i loro discorsi mi lasciano scettico, anche quando sono molto intelligenti e – purtroppo di rado – fondati sulla Bibbia. Ma lo sguardo di alcuni di loro mi percuote nel profondo. E capisco che in fondo è a gente così cui affiderei l’educazione dei miei figli: nascessi anche cento volte, altrettante prenderei nota del loro indirizzo.

E prego, nel mese dedicato a Maria, prego per tutti i sacerdoti della Comunità Pastorale, anche con le parole di don Tonino Bello, poeta e profeta, prete e vescovo “scomodo” innamorato di Maria, che papa Francesco ha voluto ricordare andando a Molfetta e alla sua tomba nel 25° della sua morte:

Santa Maria, donna del vino nuovo,
noi ti ringraziamo perché con le parole
"fate quello che egli vi dirà",
tu ci sveli il misterioso segreto della giovinezza.
Apri il nostro cuore alle sofferenze dei fratelli.
E perché possiamo essere pronti a intuirne le necessità,
donaci occhi gonfi di tenerezza e di speranza.
Gli occhi che avesti tu, quel giorno. A Cana di Galilea.

 

don Mirko Bellora

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