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SENTIRCI CHIAMARE AMATI

Rose Walton - Circle of Love Madonna

Rose Walton - Circle of Love Madonna

dicembre 2017
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SENTIRCI CHIAMARE AMATI

 
E hai ottenuto
quello che volevi da questa vita,
nonostante tutto?
Sì.
E cos’è che volevi?
Sentirmi chiamare amato,
sentirmi amato sulla terra.
(Raymond Carver)

Credo sia proprio questo il più grande e audace desiderio di ognuno. Sta nascosto in ogni nostra cellula, sta scritto e freme in ogni nostro bellissimo sogno di felicità.
C’è una notte nella storia, una notte così bella, una notte incantata, una notte in cui Qualcuno è venuto proprio per dirci questo: sei amato, sei prezioso ai miei occhi.
Una notte incredibile, una notte “scandalosa” che ci racconta non solo della presenza di un Dio nella nostra vita, ma che ci regala un Dio che si abbassa, che si spoglia, che si fa bambino, che si fa uomo, che si fa mortale, che si fa vicino, vicinissimo.
Una notte davvero sorprendente: Dio si fa “vedere” nascondendosi in un Bambino, Dio si mette dentro la vicenda dell’uomo, di tutti gli uomini, Dio sta dove gli uomini vivono, nascono, muoiono, amano, soffrono, sperano, perdonano. Un Dio che ha un volto e una storia: quelli di Gesù di Nazareth.
Una notte che ci regala una splendida notizia: Dio ci vuole bene così come siamo, vuole abbracciarci e in questo abbraccio farci rinascere. È la notizia di cui siamo affamati e assetati, quella che ci va vivere, quella che ci regge e sorregge e che dà senso alla vita della Chiesa.
Una notte di tenerezza infinita …

Chissà se ce ne siamo accorti. Il segno nel presepe non è il segno della potenza che atterrisce, non ci sono troni: c'è il segno della semplicità, dell'infinito della semplicità; il segno della povertà, dell'infinito della povertà; il segno della tenerezza, dell'infinito della tenerezza. Niente spaventi. Il segno è quello della nascita di un bambino. A incantarti è la vita, sono gli occhi di quella madre e di quel padre, a parlarti non sono i palazzi, è quella mangiatoia, sono quelle fasce, cose da pastori, cose familiari a quei pastori. I pastori riferirono l'inimmaginabile: un Messia in fasce, nella mangiatoia, il Messia nella tenerezza. (don Angelo Casati)

L’incanto del Natale sta dentro questo Dio-per-noi e Dio-con-noi, sta dentro una nascita, dentro la tenerezza, dentro l’infinito che si fa strada e luce in noi, dentro la fragilità e la potenza dell’amore, dentro la sempre nuova capacità di commuoverci … è l’umano che vince!
Abbiamo ricevuto in dono un Dio-con-noi, una vita non meno che eterna … tutto ci è stato dato in dono perché a nostra volta sappiamo diventare dono. E, come narra questa storia vera, ci sono regali e regali …

Il bene non si commenta, si racconta. C’è questa giovane operaia di Marostica con una bimba di sei anni colpita da una malattia degenerativa. Per accudirla servono tanti soldi e tanto tempo. L’operaia esaurisce prima i soldi e poi il tempo: tutto il monte ferie accumulato. Ricorre al congedo previsto dalla legge 104, ma domani scadrebbe anche quello e non le resta che rinunciare allo stipendio, mettendosi in aspettativa. Si trascina dal capo del personale a comunicargli la sua scelta obbligata, ma si sente rispondere che può tornare tranquillamente al capezzale della figlia. I colleghi hanno raccolto 198 giorni di ferie e li hanno infiocchettati per lei. Sotto l’albero le faranno trovare quanto possiedono di più prezioso:  il loro tempo. Quand’ero piccolo mia nonna diceva che gli unici regali che valgono sono quelli in cui il donatore rinuncia a qualcosa di suo. Mi sembrava una predica da vecchi. Ora non più, forse sto diventando vecchio anch’io. Ciascuno ha contribuito alla colletta in base alle proprie possibilità: i neoassunti regalando qualche ora, i più anziani addirittura una settimana. L’aspetto più straordinario di una storia già così poco ordinaria di suo è che l’azienda in cui lavora quell’operaia è piuttosto grande e molti di coloro che hanno rinunciato alle ferie conoscevano la beneficiata soltanto di sfuggita. Alcuni non la conoscevano proprio. Perché lo hanno fatto, allora? Il bene non si commenta, si racconta. Almeno ogni tanto, per ricordarsi che c’è. (Massimo Gramellini, La Stampa, 14/12/2016)

Sono convinto che in ciascuno di noi ci sia una potenza di amore tale che il mondo ne sarebbe trasformato! E che questa nostra capacità di amare e di sperare può davvero risvegliare il presente e il futuro. Per questo vi auguro che questa potenza non vada perduta, dimenticata, sciupata, congelata … E per questo vi ho augurato sul cartoncino portato nelle famiglie della nostra Comunità Pastorale per la visita natalizia: “Che non ci sia nessun mancato amore nel nostro Natale. Amore per Dio. Amore per gli uomini. Amore per la vita, nonostante tutto. Che non ci sia nessun mancato dono nel nostro Natale”.
Perché ciascuno, anche tramite noi, possa dire di sentirsi chiamare amato, di sentirsi amato sulla terra.

Il Natale sembra solo una festa per bambini, eppure dice il Talmud che “Il mondo vive per il respiro dei bimbi” … Dio si è fatto bambino per ridarci respiro, per ricrearci, per ridare respiro a un mondo che sembra sul punto di morire. Per ridarci il sogno, il desiderio …
Così ha scritto Dino Buzzati:

“E se invece venisse per davvero?
Se la preghiera, la letterina, il desiderio espresso così,
più che altro per gioco, venisse preso sul serio?
Se il regno della fiaba e del mistero si avverasse?”

… io ci credo!  e lo auguro anche a voi!  Buon Natale!

 

don Mirko Bellora

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