www.donmirkobellora.it

riga

 

USCIRE DAL TEMPIO

Chagall_Sopra_Vitebsk
Marc Chagall - Sopra Vitebsk

marzo 2014
riga

Non bisogna essere semplici notai dello status quo, ma profeti dell’aurora.
(mons. Tonino Bello)

Quale momento migliore per cercare di fare questo balzo in avanti della Quaresima, tempo di profondità, di radicalità, di incontro con Gesù di Nazareth? Tempo del coraggio di riprendere fra le mani i Vangeli perché ci arda il cuore.
Sono sempre più convinto che anche gli uomini e le donne del nostro tempo attendano una parola che faccia ardere il loro cuore, e sono convinto che dallo stile di vita dei cristiani nel mondo dipende l’ascolto del Vangelo e la sua accoglienza come buona o come cattiva notizia…

Il Vangelo ci invita sempre a correre il rischio dell’incontro con il volto dell’altro, con la sua presenza fisica che interpella, col suo dolore e le sue richieste, con la sua gioia contagiosa in un costante corpo a corpo. L’autentica fede nel Figlio di Dio fatto carne è inseparabile dal dono di sé, dall’appartenenza alla comunità, dal servizio, dalla riconciliazione con la carne degli altri. Il Figlio di Dio, nella sua incarnazione, ci ha invitato alla rivoluzione della tenerezza. (n. 88)
A volte sentiamo la tentazione di essere cristiani mantenendo una prudente distanza dalle piaghe del Signore. Ma Gesù vuole che tocchiamo la miseria umana, che tocchiamo la carne sofferente degli altri. Aspetta che rinunciamo a cercare quei ripari personali o comunitari che ci permettono di mantenerci a distanza dal nodo del dramma umano, affinché accettiamo veramente di entrare in contatto con l’esistenza concreta degli altri e conosciamo la forza della tenerezza. Quando lo facciamo, la vita ci si complica sempre meravigliosamente e viviamo l’intensa esperienza di essere popolo, l’esperienza di appartenere a un popolo. (n. 270)
(papa Francesco, Evangelii Gaudium)

Già, la vita si complica meravigliosamente ... Ciò che il papa ci chiede è un compito straordinario anche se difficile perché per essere testimoni bisogna essere discepoli.  Dobbiamo tutti imparare dai discepoli di Gesù che stavano molto tempo “accoccolati” ai suoi piedi, in ascolto della sua parola, che si sono lasciati amare, hanno vissuto una vita di relazione con Lui. Poi hanno raccontato e rivissuto le sue parole, i suoi gesti, il suo amore, la sua vita.
Compito splendido ma difficile perché il testimone è colui che vive ciò in cui crede, la sua vita è il luogo, è il canto della sua testimonianza. E la radice della testimonianza sta in un incontro … non per nulla la patrona delle missioni è una mistica: santa Teresa di Lisieux.
L’invito speciale della Quaresima è “tutto qui”: un incontro. Con Dio e con l’uomo.
Per incontrare occorre andare, partire, camminare, uscire da sé. E uscire dal tempio, come recita il titolo del nostro quaresimale.

Uscire dal tempio … In una società che cambia, divenuta culturalmente pluralistica, secolarizzata e per più di un aspetto post-cristiana, in una Italia da rievangelizzare, che senso ha restare all’interno o alla porta del tempio, sulla difensiva, attendendo e invitando quelli che stanno fuori a entrare? Occorre uscire dal tempio, in campo aperto. Urge andare per le strade delle nostre città, condividendo problemi, ansie, fatiche e speranze degli uomini dei nostri quartieri, per fare di Cristo il cuore del mondo … Dopo l’età del Tempio, la nostra sarà la nuova età della Tenda. Uscire dal Tempio (inteso come luogo dove converge la maggioranza) e piantare la Tenda di Dio nel mondo (simbolo di una minoranza nomade, in cammino nella storia degli uomini). (B. Sorge, Uscire dal tempio, Marietti)

Il mio sogno è che sempre più siano numerosi i cristiani della nostra comunità pastorale che escono dal tempio “poeti e profeti” cioè più capaci di rendere abitabile la nostra città e la nostra terra, in un tempo come il nostro da vivere con rinnovata speranza e rinnovato ottimismo: i pessimisti non sono che spettatori, un tempo di nuove “sfide”, di nuovi sogni.
Uscire dal tempio chiede audacia, genialità, ma anche ricerca, ascolto, sensibilità, pazienza, umiltà, misericordia. È lo stile che ci ha insegnato con forza profetica il Concilio Vaticano II, quello stile “rubato” a Gesù che racconta Dio nella mitezza, nella tenerezza, nella misericordia, dentro la libertà di ogni umana risposta. Uno stile che non ha i toni dell’arroganza, della forza, dell’imposizione …

Cosa significa prendere il bastone del pellegrino? Frequentare i crocevia della storia. Aprirci a visioni planetarie. Cambiare mentalità e rotta. Sperimentare un nuovo modo di essere religiosi. Uscire dal guscio della ritualità. Confrontarci con gli altri. Andare verso l’incrocio delle culture. Ma non basta. Occorre anche la bisaccia: non quella del viandante, ma quella del cercatore, del mendicante. Noi cristiani siamo troppo abituati a riempire la bisaccia per andare a scaricarla agli altri. Invece ce la dobbiamo portare vuota, per riempirla dei valori che possono darci gli altri. (mons. Tonino Bello)

È un cammino, richiamato dal quadro di Chagall che ho scelto per la copertina di questo numero, che ci chiede di uscire da sé, dai propri confini. Come ha sempre fatto il nostro Maestro Gesù, uomo degli incontri, spesso descritto nei Vangeli come uno che “esce”, che ama stare “fuori”.
Perché solo chi “sconfina” vede meglio e vede oltre. Perché solo chi sa di non possedere la verità ma di esserne alunno, solo chi riconosce che la verità è più grande di lui e sempre lo supera, solo chi ama la libertà e il dialogo sa vivere quella splendida e complessa realtà che è l’incontro, da cui ogni fibra del nostro essere più profondo è segnata, una realtà capace di impensabili e sorprendenti fecondità.

La Quaresima: uscire per un incontro con Dio e con l’uomo, sulla strada che ci farà inginocchiare davanti a una croce, che ci farà trasalire di stupore e di gioia il mattino di Pasqua. La Quaresima: un tempo che ci chiede così:

Serba nella tua anima un luogo per l’ospite che non attendevi
(H.F. Amiel)

un ospite che ha il volto di un crocefisso e il volto degli uomini.

don Mirko Bellora

top riga