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 | NATALE: LA FANTASIA DI DIO
 
   Bonfigli Benedetto Natività e Croce 1445
 
dicembre 2012  
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UNA DISTANZA CANCELLATA
 
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Non so se avete mai provato ad essere spettatori di un  evento di tale meraviglia, 
da non saperlo raccontare, sia perché le parole ne  riducono - e di molto - la bellezza, 
sia perché si ha paura che chi ascolta non  riesca a cogliere lo stupore, che si 
vorrebbe trasmettere. Si rischia di essere  considerati dei ‘sognatori’... 
e si è tentati di tacere. Io mi sento così ogni  volta che debbo raccontare o commentare 
‘le grandi cose’ che Dio compie tra noi,  che sono come una sorgente
 infinita di possibile gioia, da togliere il fiato, -  se le si accoglie 
'come bambini' - a cominciare proprio dal Natale di Gesù.  (mons. Antonio Riboldi)
 
Anch’io mi sento così, a ogni Natale. E ogni  volta reimpari a credere, a 
fidarti, a lasciare che le indicibili meraviglie di  Dio penetrino dentro di te.
 E anche se ti accorgi della pochezza e della  fragilità delle parole, ti rimetti a raccontare …
 
 
Spesso sul mistero dell'incarnazione si consumano giorni e anni a  discutere come 
un Dio possa farsi uomo, non dico che non serva, ma forse, per  come sono fatto io,
 mi è più caro invece sostare alla buona notizia: che Lui  abbia cancellato la 
 distanza, che Lui a uno come me, che non sono uomo di  scalate spirituali, non 
 abbia chiesto di scalare i cieli per toccarlo, ma che  sia sceso Lui a toccarmi,
  a toccarmi nella mia carne, nella mia umanità. È  notizia da stupore. Quando la 
	ricordo mi mette gioia e mi mette in movimento,  proprio su questa terra. 
	Rallègrati per questa pensata di Dio, per questa sua  fantasia. Fantasia per 
	sovraccarico di amore. Quando si ama veramente, le si  pensa tutte. 
Dio è arrivato a pensare questo: l'incarnazione. (don Angelo Casati)
 
 
Natale è l’annuncio  di un fatto “incredibile”: non solo un Dio 
c’è, ma questo Dio si è fatto uomo,  in un bambino, in Gesù di Nazareth. 
Non solo un Dio c’è, ma questo Dio non è  lontano, non è chiuso nel suo cielo, 
non  è indifferente a ciò che avviene sulla terra …Il Natale cristiano  racconta questo evento che da venti secoli continua a 
			stupire e a commuovere,  che continua a “inquietare” la nostra libertà.
 
 
 
Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia,che sarà di tutto il  popolo: oggi 
vi è nato nella città di Davide un Salvatore, che è il Cristo  Signore. Questo per 
voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che  giace in una mangiatoia. (Luca 2,10-12)Queste parole sono per voi! Ascoltatele! Non riteniate di conoscerne già
			  il significato; fate invece silenzio davanti al Dio che tace, e accettate 
				che  Egli vi dica qualcosa di mai udito prima d'ora. Chiudete gli occhi per
				 vedere  una luce diversa. Accettate che essa vi riveli ciò che non avete 
				 mai visto.  Forse voi pensate di conoscere già il segreto di questa notte; 
				 ebbene,  ammettete di non sapere ancora nulla di quanto può aver luogo 
				 per voi, poiché  la vostra vita vi sta sempre davanti ... e Dio è la vita.
			 È Lui che giunge fino  a voi; vi raggiunge. (card. Jean-Marie Lustiger)
 
 
 
Queste parole sono incise nella nostra  memoria per sempre. Raccontano il segreto 
di un Dio “sovversivo” che ha sovvertito  tutte le immagini che gli 
uomini si sono fatti di Lui.Il segreto del Natale lo ritrovi nel silenzio  e nello stupore, davanti al 
			presepe … dove puoi scoprire un Dio che si toglie il velo e si rivela come 
			un Dio che si mette dentro la vicenda dell’uomo,  di tutti gli uomini,
			 un Dio che sta dove gli uomini vivono, nascono, muoiono,  amano, soffrono, 
			 sperano, perdonano, un Dio che si rivela «nascondendosi» in un  uomo, un 
			 Dio amabile che si lascia prendere in
			 braccio, un Dio che ha un volto  e una storia: quelli di Gesù di Nazareth.
 
 
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LA TERRA ATTACCATA AL CIELO
 
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 Forse i cristiani  sono dei folli, e tutto questo – un Dio, un Dio che si fa uomo, 
 carne e  finitezza - è davvero una “follia” o forse è tutto splendidamente vero. 
 È la  follia della fede …
 
 
 Il nonno teneva per mano il  nipotino e indicava i poderosi alberi del viale. 
 Raccontava che niente è più  bello di un albero.- Guarda, guarda gli alberi  come lavorano!
 - Ma che cosa fanno nonno?
 - Tengono la terra attaccata  al cielo! Ed è una cosa molto difficile. 
			Osserva questo tronco rugoso. È come  una grossa corda. Ci sono anche tanti 
			nodi. Alle due estremità i fili della  corda si dividono e si allargano per 
			attaccare cielo e terra. Li chiamano rami  in alto e radici in basso. Sono 
			la stessa cosa. Le radici si aprono la strada  nel terreno e allo stesso 
			modo i rami si aprono una strada nel cielo. In  entrambi i casi è un duro lavoro!
 - Ma nonno, è più difficile  penetrare nel terreno che nel cielo!
 - Eh no, bimbo mio. Se fosse  così, i rami sarebbero belli diritti. 
			Guarda invece come sono contorti e  deformati dallo sforzo. Cercano e faticano. 
			Fanno tentativi tormentosi più  delle radici.
 - Ma chi fa fare loro tutta  questa faticaccia?
 - È il vento. Il vento  vorrebbe separare il cielo dalla terra. Ma gli 
			alberi tengono duro. Per ora  stanno vincendo loro.
 
 
 
È questo il duro  lavoro della nostra fede: tenere il cielo attaccato alla terra, 
tenerci stretti  al nostro Dio, nella certezza che Lui non molla mai la presa. 
Ognuno di noi è  così, come un albero che si radica in piena terra e insieme in 
pieno cielo … E  spesso c’è tanta fatica nel tenere insieme cielo e terra, 
fede e vita, nel  cucire i pezzi, nel ricucire noi stessi, perché qualche volta 
la vita è davvero  dura. Per questo, nell’anno della fede, ho scelto come 
immagine per la  copertina di questo numero natalizio un dipinto che non dimentica 
la croce,  neppure a Natale.
 
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I PASSI DELL'AMORE
 
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Tutte le cose di cui abbiamo veramente bisognoci possono venire soltanto come dono.
 (Thomas Merton)
 
 
…  il Natale ce lo insegna, ogni anno. Se io mi sono fatto uomo, dice il nostro Dio  a ciascuno di noi è perché 
			ognuno di voi diventi più uomo e più umano. Chi ama  arriva per primo, i 
			suoi passi arrivano prima. Così è stato per Dio: i suoi  passi sono passi 
			d’amante che arrivano sempre per primi. Da Lui siamo invitati  ad 
			imparare il suo stile, a fare il primo passo.
 Lo stile di Dio, lo stile dell’Incarnazione invitano i cristiani alla  
			tenerezza, alla solidarietà, alla speranza, all’amore concreto e 
			significativo  per l’uomo.
 La gioia diventa un compito e la tristezza, l’ingiustizia, nemici da 
			 combattere, perché un cristiano non può restare impassibile, indifferente  
			 davanti alla sofferenza di tanti: il Natale non ce lo permette.
 
 don Mirko Bellora
 
    
 
 
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