www.donmirkobellora.it

riga

 

ALUNNI DELL’AMORE E DELL’OGGI

Chagall-La_coppia
Chagall - La coppia

marzo 2012 riga

Così mi ha scritto una gentilissima signora dopo aver letto l’articolo del mese scorso:

Gentile e simpatico Don Mirko, ho letto il suo "poemetto" “Stai camminando sui miei sogni” e le sue parole mi hanno ricordato come sono felice perché ho una bellissima famiglia, ma spesso me ne dimentico perché le cose belle che Dio mi ha donato riesco a farle diventare una abitudine. Come un mantra desidero ricordare che l'amore è un sogno che va custodito, fatto crescere, accompagnato ... Non si può vivere senza sogni, ma i sogni sono leggeri, delicati, bisogna accarezzarli come bambini. Spesso o sempre, quando sento sacerdoti parlare di famiglia e amore, sorrido perché penso “Loro che non hanno famiglia, anche se sono cresciuti in una famiglia, come possono dare consigli e formulare giudizi?” E invece le sue parole, a me che ho una famiglia da quasi 40 anni, hanno aiutato a ricordare la strada da percorrere. Grazie di cuore. Cordiali saluti. (I.B.)

La ringrazio dal profondo, per la preziosità delle sue riflessioni, per la poesia che traspare, per l’affetto, per la domanda che mi mette in questione.
Già, perché parlo dell’amore e del matrimonio, se pur in punta di piedi?
Perché ho tre grandi maestri: Gesù di Nazareth, maestro di relazioni, la Bibbia con le sue splendide pagine sull’amore e le numerosissime coppie che ascolto sempre grato e stupito. E in questo percorso mi sono sempre sentito e continuo a sentirmi sempre un alunno dell’amore e della verità.
Ho imparato che …

Gli antichi saggi credevano che nel corpo ci fosse un ossicino minuscolo, indistruttibile, posto all’estremità della spina dorsale. Si chiama luz in ebraico, e non si decompone dopo la morte né brucia nel fuoco. Da lì, da quell’ossicino, l’uomo verrà ricreato al momento della resurrezione dei morti. Così per un certo periodo ho fatto un piccolo gioco: cercavo di indovinare quale fosse il luz delle persone che conoscevo. Voglio dire, quale fosse l’ultima cosa che sarebbe rimasta di loro, impossibile da distruggere e dalla quale sarebbero stati ricreati.
Ovviamente ho cercato anche il mio, ma nessuna parte soddisfaceva tutte le condizioni. Allora ho smesso di cercarlo. L’ho dichiarato disperso finché l’ho visto nel cortile della scuola. Subito quell’idea si è risvegliata in me e con lei è sorto il pensiero, folle e dolce, che forse il mio luz non si trovava dentro di me, bensì in un’altra persona. (David Grossman, Che tu sia per me il coltello)

Ho imparato che ogni corpo di uomo e di donna consegna questa invocazione: tu hai bisogno dell’altro, tu non basti a te stesso, tu da solo non riesci ad essere felice, a vivere in pienezza.
Ho imparato che l’uomo non ha relazioni, l’uomo è relazione. Ho imparato che l’autosufficienza è una illusione. Un certo giorno, in un certo particolare momento un uomo e una donna si guardano con altri occhi, vivono una nuova primavera, nascono un’altra volta, si innamorano … pur trovandosi  tra mille persone restano “inchiodati” a un'unica immagine … Innamorarsi è vivere il più radicale atto di umiltà. È un farsi “mendicante” e dire all’altro:

Vuoi sapere chi tu sei per me.
E allora ecco: tu sei colei che mi impedisce di bastarmi …
Tu mi hai dato la cosa più preziosa di tutte: la mancanza!
(Christian Bobin)

Ho imparato che i legami più profondi non sono fatti né di corde né di nodi, eppure nessuno li scioglie.
Ho imparato e continuo a imparare.

Soprattutto in questo nostro tempo, tempo di cambiamenti epocali, di domande coraggiose, di risposte incerte, di cammini difficili, di esperienze rischiose, di necessarie sapienze e profezie. Dentro e fuori la comunità ecclesiale.

In questo senso va letto il quaresimale proposto per questo anno pastorale dal titolo “La famiglia: il lavoro e la festa”, lo stesso del 7° incontro mondiale delle famiglie (Milano 30 maggio3 giugno). Spero che grazie agli ottimi relatori possa essere luogo di riflessione, di approfondimento, di libertà, di franchezza, di discussione.

venerdì 9 marzo
Cecilia Pirrone
Giovanni Ferrario
QUANDO IL LAVORO SCOPPIA:
LAVORO E VITA DI COPPIA

venerdì 23 marzo
don Francesco Scanziani
A SCUOLA DI RELAZIONI.
MAESTRO: GESÙ DI NAZARETH

venerdì 16 marzo
Mariateresa Zattoni
Gilberto Gillini
UN INCANTO
CHE NON TEME IL DISINCANTO

venerdì 30 marzo
Luigi Accattoli
LA FAMIGLIA
È GELOSA DELLA DOMENICA

LA FESTA

La festa è il luogo nel quale l’uomo riscopre, risente, riconosce pienamente la sua dignità, la sua libertà, la sua speranza di rigenerazione.

Che meraviglia se sempre più cristiani ridiventassero “gelosi” della domenica, come il giorno della vera festa, della gioia … del resto il primo dono fatto da Dio all’uomo dopo la creazione è stato proprio la festa … come il giorno della celebrazione, dell’assemblea, della comunità, come il giorno in cui abbeverarsi alla fonte della nostra speranza, a ciò che fonda la nostra speranza: il Cristo risorto.

Che meraviglia se sempre più cristiani tornassero a gustare il rito cristiano nella sua ripetitività … Ci sono due categorie di persone che non temono la ripetizione, anzi la cercano, la esigono, la desiderano, la sentono come esperienza essenziale: i bambini e gli innamorati. I bambini non si stancano mai di rivedere e di riascoltare le stesse storie: sono sempre nuove storie. Gli innamorati non si stancano mai di ripetere il loro amore, ricordano, ritornano sempre ai luoghi, ai gesti, alle parole che hanno fatto nascere l’amore. Solo i bambini, gli innamorati … i credenti possono capire tutto il significato della ripetitività di un gesto, di un’azione, di una parola.

Che cos’è un rito? disse il piccolo principe.
Anche questa, è una cosa da tempo dimenticata, disse la volpe. E’ quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora dalle altre ore. C’è un rito per esempio presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti e non avrei mai vacanza. Così il piccolo principe addomesticò la volpe. (Antoine de SaintExupéry, Il piccolo principe)

IL LAVORO

Quello che stiamo vivendo è un periodo durissimo per tantissime famiglie. Ne siamo testimoni anche nel vimercatese. Non ci sono facili e immediate ricette. La strada è lo “strabismo”: avere il coraggio di guardare lontano, di progettare il futuro, ma insieme di guardare il vicino, le necessità dell’ora. In questo il nostro cardinale Tettamanzi ha gettato un seme il Fondo famiglia lavoro che ha contribuito a portare speranza in modo intelligente e generoso. Un seme che, per dare ancor più splendidi frutti, ha bisogno della capacità inventiva di tutti, della concreta condivisione, di nuovi modi di vivere la prossimità e la solidarietà verso gli altri. Senza dimenticare giustizia e dignità della persona …

Un giorno nel cantiere della torre di Babele si infrange al suolo, cadendo da una grande altezza, un monolite. Subito ogni attività si arresta per calcolare il danno e vedere se è possibile rimediarvi almeno in parte. Ma il giorno seguente, quando da una impalcatura precipita un muratore i sorveglianti spingono i lavoranti a non fermarsi. Allora il Signore decise: chi non conosceva più il valore di una creatura umana non era degno di parlare una lingua comune ma soltanto di avere, come gli animali, una pluralità di suoni. (Midrash sulla confusione delle lingue a Babele)

* * * * *

Di tutto questo parleremo nel nostro Quaresimale, a cui vi invito con calore perché abbiamo tutti bisogno di un di più di pensieri e dialoghi. Nella certezza che

L’amore è l’unica forza capace di svegliare nell’uomo
energie a lui stesso sconosciute…
Esso riesce a far crescere e a far fiorire
tutto ciò che è addormentato dentro l’uomo.
(Carlos Mesters)

DON MIRKO

top riga