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LO SPLENDIDO ABBRACCIO DEL NATALE

dicembre 2010 riga


ï ï ï IN ANTICIPO, COME UN AMANTE ï ï ï

Maestro, dove abiti?
Quante volte, in mezzo alla notte,
te lo abbiamo chiesto
e mentre ti cercavamo altrove,
Tu sei venuto qui.
Hai giocato d'anticipo.
Fra tanto deserto hai piantato la tua tenda.
Ti sei fatto parola e carne e pane.
Ti sei fatto parola
perché potessimo comunicare fra noi e con Te.
Ti sei reso visibile nella fragilità dell'uomo,
perché ad ogni corpo fosse riconosciuta
la sua miseria e il suo splendore.
Ti sei fatto pane perché ti si senta vicino,
sostegno e alimento, in tutti i giorni.
Tu resti sempre con noi.
Con Te noi ricominciamo da capo,
ogni giorno, su ogni strada.

Come un amante, come un innamorato, hai giocato d'anticipo. Sei venuto qui. Ti sei fatto uomo. E dell'uomo hai condiviso tutto, persino la morte.
Questo è l'indicibile ed inesauribile mistero del Natale da ricredere e da rivivere oggi: quel Dio, da sempre cercato e atteso, ha mostrato agli uomini il suo volto e il suo cuore, in Gesù di Nazareth.
Noi cristiani abbiamo creduto e continuiamo a credere in questa "follia": l’eternità che entra nel tempo, Dio che si fa uomo, che si fa effimero.
Abbiamo creduto e continuiamo a credere quello che appare incredibile: che Dio si sia inabissato nella povera storia umana.
A Natale si vive un abbraccio: le braccia di Dio, tese nel dono, si incontrano con le braccia dell'uomo, tese nella ricerca e nell'implorazione ... e si stringono.
Una notizia così, la splendida buona notizia del Natale, domanda il coraggio di alzare lo sguardo, oltre l'orizzonte delle cose e di inginocchiarsi per adorare, contemplare, ringraziare, accogliere.

ï ï ï RIDIPINGERE L’ICONA DI DIO ï ï ï

Natale, quando Dio
nel grido del parto
infranse
le nostre immagini di Dio
(Kurt Marti)

Il Natale toglie il velo dal volto di Dio e lo rivela per quello che è: un Dio che si mette dentro la vicenda dell’uomo, di tutti gli uomini, un Dio che sta con gli uomini, dove gli uomini vivono, nascono, muoiono, amano, soffrono, sperano, perdonano, un Dio che si rivela «nascondendosi» in un uomo, un Dio che ha un volto e una storia: quelli di Gesù di Nazareth.
Il Dio dei cristiani è un Dio "scandalosamente" diverso": Lui che è l’immenso con il Natale si è fatto intimo, Lui il potente è l’infinitamente tenero, Lui l’altissimo è diventato vicinissimo, Lui l’infinito si è immerso nella finitezza. Per farsi trovare.

Tutti cercano il volto di un Dio
che rida con l’uomo
e che con lui pianga …
Dio come abbraccio
Dio come una stretta calda e affettuosa.
(Ermes Ronchi)

A noi è affidato proprio questo compito speciale, quello di "ridipingere l’icona di Dio". Lo possiamo fare con un’unica arte: l’arte di amare, l’arte di servire per far sentire a tutti questa "stretta calda e affettuosa".

ï ï ï CHINARSI ï ï ï

Non c’è in un’intera vita
cosa più importante da fare che chinarsi
perché un altro, cingendoti il collo, possa rialzarsi.

Questo è quello che ha fatto e fa ogni giorno il nostro Dio per noi: si china su di noi. Il suo sguardo ci entra dentro, non giudica ma ama, non acceca ma illumina, perdona e invita.
Invita anche noi a chinarsi sugli uomini perché la giustizia, la solidarietà, la tenerezza, la vicinanza, la speranza vincano sull’ingiustizia, sul disamore, sulla divisione, sulla disperazione.

Fernando Silva dirige l’ospedale pediatrico di Managua. Una vigilia di Natale rimase a lavorare fino a tardi. Si sentivano già gli scoppi dei razzi, e i lampi dei fuochi d’artificio illuminavano il cielo, quando Fernando si decise ad andarsene a casa dove lo aspettavano per la festa. Mentre stava facendo un ultimo giro attraverso le corsie per vedere se tutto era in ordine, sentì d’un tratto un lieve rumore di passi alle spalle. Passettini di bambagia. Si volse, e vide uno dei piccoli pazienti che lo seguiva. Nella penombra, lo riconobbe, era un bambino che non aveva nessuno. Fernando riconobbe quel viso già segnato dalla morte e gli occhi che chiedevano scusa, o forse chiedevano permesso. Fernando gli andò vicino e il bimbo lo sfiorò con la mano: "Diglielo..." sussurrò. "Dì a qualcuno che io sono qui".
(Eduardo Galeano)

Dì a qualcuno che sono qui: sono le parole di chi soffre. Sono le stesse parole di Dio, nascoste in queste. Sono parole da ascoltare, da vedere … perché non è questione di occhi, è questione di cuore ... Un cuore che è chiamato a pulsare non solo a Natale …
E’ a questo che ci sprona un gustoso racconto di Dino Buzzati in cui narra di una frotta di piccoli diavoli sparsi nel mondo a tentare gli uomini. La sera di Natale si sentono molto abbattuti e il loro istruttore ne chiede loro la ragione. "Oggi è stato un fallimento, rispondono, tutti gli uomini sono diventati improvvisamente buoni e generosi". L’istruttore non si mostra preoccupato e dice loro: "State tranquilli, domani torneranno tutti come prima!".

ï ï ï INGUARIBILI SOGNATORI ï ï ï

Dicono degli adulti che conquistano la realtà e perdono il sogno … Natale è una meravigliosa realtà per adulti che sanno rimanere inguaribili sognatori, ricchi di stupore, seminatori di testarde speranze. Credenti, cristiani adulti con cuore e occhi di bimbo, che sanno camminare anche là dove la sola ragione si smarrisce, con i piedi saldamenti legati alla terra e gli occhi fissi al cielo. Per accogliere la Buona Notizia: un Dio fattosi uomo, fattosi bambino. A Betlemme. Per narrarla nuovamente, per cantarla con la propria vita.

Credere è grazia e spesso ci manca la gioia del dono, che è il primo annuncio dell’avvento del Salvatore. Portiamo con così poca sicurezza il nostro privilegio di credenti che a volte ci manca, non dico la gioia trepida del possedere, ma la consapevolezza di essere redenti. I lontani se ne vanno subito, dal nostro modo umiliato e rassegnato di stare nel mondo ... Il mondo è in cerca di gioia ... Il mondo ha diritto di accorgersi che, con il Natale del Signore, la gioia è entrata nel mondo, e che coloro che credono in Lui, essendo capaci di gioia, lasciano intravedere, nel loro imperfetto gaudio, la sorgente inesauribile della perfetta letizia ... La gioia del Natale non passa forse per la strada delle Beatitudini, per dove di solito si pensa non debba passare la gioia? (don Primo Mazzolari)

Auguro a tutti di essere commossi da questo Dio Bambino. Vi auguro di poter dire a quel Bambino: «Tu».
Auguro a tutti di essere turbati da questo Dio Bambino, lasciamo che qualche lacrima scorra: vorrà dire che abbiamo intuito che il Vangelo è possibile ...

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