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GUARDARE A LEI … A LUI

maggio 2010 riga

Ve lo confesso, fin da ragazzo Maria, la mamma di Gesù, mi ha "stregato", mi ha rubato il cuore … Nell’adolescenza l’ho pregata appassionatamente …
Una delle preghiere che ho ripetuto tantissime volte, come si ripetono parole d’ amore, è di Paul Claudel:

E’ mezzogiorno.
Vedo la chiesa aperta.
Bisogna entrare.
Madre di Cristo,
non vengo a pregare,
non ho niente da offrire
e nulla da chiedere.
Vengo soltanto, o Madre,
per poterti guardare.
Guardarvi,
piangere di gioia,
sapere questo:
io sono vostro figlio
e voi siete là.
Solo per un istante
mentre tutto si ferma,
mezzogiorno!
Essere con voi, Maria,
in questo luogo ove siete.
Non dire niente,
guardare il vostro viso,
lasciare che il cuore canti

Vengo soltanto per poterti guardare. Guardare, imparare… Imparare da Maria ad ascoltare, a lasciarci amare da Dio, a essere audaci, a essere creatori di gioia e di relazioni.

Per questo sono davvero strafelice di celebrare in un santuario dedicato a Maria, con lei sopra le mie spalle, quasi a farmi da ombra che mi custodisce, che custodisce noi tutti.
Ho imparato che Maria ci chiede di non fermare il nostro sguardo su di lei ma di guardare oltre: lei sogna di essere un segno che rimanda ad altro, che rimanda oltre, che rimanda a suo Figlio.
Non per nulla alla festa nuziale di Cana, Maria ha pronunciato parole da custodire come un testamento prezioso per ciascuno di noi: "Fate quello che Egli vi dirà". E' lo stesso invito che fa a noi: fidatevi di Lui, ascoltatelo, obbedite alle sue parole. Perché è per questa obbedienza che "l'acqua" si trasformerà in ''vino'', che la vita si farà speranza e gioia … e danza.

Maria è "La faccia che a Cristo più si somiglia": così ha scritto Dante. Per questo, nel mese di maggio a lei dedicato, guardiamo a Lei … ci scopriremo a guardare Lui …
E così ha scritto il poeta Mario Luzi "Si ripara / dalla sua eternità / sotto una gronda umana" … Questo splendido verso che ci racconta del nostro Dio mi ha suggerito di mettere sulla copertina dell’informatore un’opera che il pittore Daniele Morini, ispirandosi ad altri grandi pittori della storia dell’arte, mi ha regalato: Maria avvolta da un grande manto sotto il quale c’è posto per gli uomini e le donne che a lei si rivolgono.
Sotto questa "gronda" si è riparato Dio … sotto questa "gronda" possiamo ripararci anche noi certi di essere avvolti dalla misericordia, dalla tenerezza, dalle attenzioni infinite, dallo sguardo amorevole di una madre … sia nei momenti di sole che nelle tempeste della vita.

Non sono molte le parole di Maria che troviamo nei Vangeli. Eppure in quelle parole sta nascosto il suo segreto: il segreto della sua vita, della sua fede, della sua gioia.
Una sua parola giganteggia su tutte le altre: "Eccomi!" La parola pronunciata un giorno a Nazareth. E' il suo sì radicale, difficile, duro, ma consapevole e libero a un Dio così imprevedibile. E' il suo confidare, il suo "arrendersi" al Dio dell’impossibile, è il fidarsi perdutamente di questo Dio, sapendo che Lui non delude mai perché vuole sempre e solo il nostro bene, la nostra felicità.
Maria ha detto sì a Dio, si è fidata, si è lasciata amare, si è "arresa" a Lui, anche se le domande non le si sono spente nel cuore.
"Eccomi, sono la serva del Signore": la sua è un'affermazione non di umiltà ma di appartenenza. E’ dire: sono tua e ti amo così tanto che puoi chiedermi qualunque cosa perché so che sono amatissima da Te.
Maria ci dice che la fede è come l'amore. E’ accorgersi e scegliere di non appartenersi più. E' prendere coscienza che non si è più felici senza l'altro. E' camminare nella vita con l'altro. E più si appartiene a un altro, più ci si fida, più ci si dona e più si è felici. Anche con Dio, proprio come è capitato a Maria.

In questo mese di maggio io pregherò così per ciascuno di noi:

Fa' o Maria, che il tuo "segreto" sia il nostro segreto, fa' che la tua meravigliosa esperienza di vita credente e amante sia la nostra esperienza. Prega per noi, adesso, qui, nell'incertezza del nostro vivere, nell'oscurità del nostro scegliere, nella debolezza del nostro lottare contro il male, nella paura del nostro amare, nell'ora del dolore ...

Maria, tu che ascolti i credenti ridire instancabilmente "Ave Maria" perché l'amore non ha che una parola che si dice sempre ma non la si ripete mai; tu che sai che la parola impossibile non esiste nel vocabolario di Dio; tu "prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen".

"Adesso e nell’ora della nostra morte".
Il tempo in questa preghiera
è fatto solo di questi istanti:
l’istante presente e l’istante della morte.
C’è solo l’istante presente,
fino a quando coinciderà
con quello della nostra morte.
L’amore è ancora il modo miglior
di impiegare questo istante.
(Christian Bobin, Più viva che mai)

E, come ho detto il 4 ottobre 2009 all’entrata come responsabile nella comunità pastorale "Beata Vergine del Rosario" in Vimercate e Burago Molgora, per ciascuno di noi faccio mio un suggerimento di Carlo Carretto:

Ora se mi ascoltate mettete in tasca il rosario.
Può darsi che passeranno anni
prima che lo recitiate per benino.
Non importa, tenetelo vicino. Vi aiuterà.
Semmai, quando vi passa sotto le dita, dite solo "AVE MARIA".

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