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IL VOLTO DI DIO
E I VOLTI DEGLI UOMINI

gennaio 2010 riga

La scrittrice francese Marie Noël in un suo racconto immagina che la sera di S. Silvestro, durante l’ultima grande guerra, i cristiani di un piccolo paese si radunino in chiesa, ciascuno portando il peso di una sofferenza non lieve. Eppure tutti insieme sentono il bisogno di lodare Dio e cantare il "Te Deum laudamus" (lodiamo Te o Dio) per tutte le grazie e i benefici ricevuti durante l’anno. Dio li vede dall’alto e, commosso, chiama a raccolta gli angeli e i santi invitandoli a cantare insieme: "Te hominem laudamus" (lodiamo te, o uomo).

Mi sono commosso alla lettura di questo brano … Anch’io immagino il nostro Dio così … un Dio che ci guarda, piange, sorride e spera con noi, ci fa i complimenti, ci accarezza, ci consola, ci sostiene, ci rinfranca e insieme ci sospinge più avanti. Sogna per noi, su di noi, con noi.
L’anno che abbiamo alle spalle e l’anno che verrà ci ha colto e ci coglierà con la durezza, il dolore, la sofferenza, la routine di alcuni giorni ma anche con la gioia, l’amore, l’allegria e la leggerezza di altri.
In tutti questi giorni a venire, auguro a ciascuno di sentire tutta la presenza e la forza di Dio, nel qui, nell’ora:

Stavo rimpiangendo il passato
e preoccupandomi per il futuro.
Subito il mio Dio cominciò a parlare:
"Il mio nome è IO SONO".
Tacque. Io attesi. Egli continuò.
"Quando tu vivi nel passato
con i suoi errori e rimpianti,
è duro. Io non sono là.
Il mio nome non è IO ERO.
Quando tu vivi nel futuro,
con i suoi problemi e paure,
è duro. Io non sono là.
Il mio nome non è IO SARÒ"
Quando tu vivi il momento presente
non è duro. Io sono qui.
Il mio nome è IO SONO".
(Helen Mallicoat)

Ma il nostro Dio può dire "io sono qui per te, con te" anche attraverso ciascuno di noi. Noi possiamo far sentire la presenza, la tenerezza, la vicinanza di Dio all’altro con la nostra presenza, la nostra tenerezza, la nostra vicinanza:

Lo sguardo fisso sul volto del Signore non attenua, nell’apostolo, l’impegno per l’uomo; al contrario, lo potenzia, dilatandolo di una nuova capacità d’incidere nella storia, per liberarla da quanto la deturpa. La ricerca della divina bellezza spinge… a prendersi cura dell’immagine divina deformata nei volti dei fratelli e sorelle, volti sfigurati dalla fame, volti delusi da promesse politiche, volti umiliati di chi vede disprezzata la propria cultura, volti spaventati dalla violenza quotidiana e indiscriminata, volti angustiati di minorenni, volti di donne offese e umiliate, volti stanchi di migranti senza degna accoglienza, volti di anziani senza le minime condizioni per una vita degna (CELAM 1992) – Vita consacrata 75

E’ il nostro compito: imparare a scorgere il volto di Dio in ogni uomo e restituire bellezza e dignità al volto di Dio impresso sul volto di ogni uomo.
E scopriremo che il prendersi cura dell’altro crea misteriosamente la gioia, moltiplica le forze, restituisce speranza. Diventiamo persone stupende quando doniamo!

Nell’augurare buon anno, desidero anche ringraziare tutti per ciò che ho vissuto nelle benedizioni natalizie.
Il poeta Vinicius de Moraes ha scritto che "La vita è l’arte dell’incontro": è questa la straordinaria esperienza che ho vissuto nell’andare di casa in casa, per le vie di tutte e sei le parrocchie della Comunità Pastorale. Ho trovato accoglienza, calore, simpatia, porte già aperte …
Nel mio cammino fra voi ho sperimentato la fragilità della parola, delle povere parole umane. Soprattutto quando le parole non bastano, quando non sono sufficienti, quando il dolore ti obbliga al silenzio e ti permette solo una forte stretta di mano o lo spalancarsi di un abbraccio.
Ma ho sperimentato anche la bellezza e la fecondità della parola, del dialogo pur tra posizioni diverse … è una qualità speciale di questa zona …
Ho toccato con mano anche la bellezza del Vangelo vissuto nel dono, nella solidarietà, nell’aiuto reciproco.
E ho ricevuto tanto, tantissimo: è una benedizione che ho sentito tornare su di me.
Non ultimo, ho visto la potenza della speranza

La grandezza dell’umanità
sta nel far nascere senza posa la speranza
là dove ci sono ragionevoli motivi di disperazione.
Prego Dio perché non manchino mai questi "ingenui sognatori".
(card. Lustiger)

Anch’io prego così, perché questi "ingenui sognatori" sono coloro che, credendo all’impossibile, proprio là dove qualcuno scrive la parola fine, sono sempre pronti a ricominciare, a cercare nuove vie, nuovi inizi, con inesauribili e impensabili energie. Facendo brillare tutto lo splendore di un mondo più fraterno, più evangelico. Fidandosi di Dio e della sua presenza così tenera e così forte.

Buon anno, nella speranza!

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